Cronaca

15enne fuggì di casa. L'amico
accusato di sottrazione di minore

Foto di repertorio

Nell’ottobre dell’anno scorso una 15enne cremonese era fuggita di casa insieme al fidanzatino 18enne. La mattina del 25 ottobre la giovane era stata accompagnata a scuola dai genitori, e non aveva più fatto rientro. Insieme al suo ragazzo, aveva raggiunto la stazione e non aveva dato più notizie. Una fuga durata una settimana, prima del ritrovamento della coppia da parte degli agenti della squadra Mobile della Questura ai quali i genitori della giovane, disperati, si erano rivolti. I due ragazzi, sprovvisti di telefono e con poco denaro, erano stati localizzati grazie ad una telefonata fatta dal 18enne ad un amico con un cellulare che si era fatto prestare. La chiamata era stata intercettata e la cella indicava i due giovani a Torino. La coppia era stata rintracciata nella zona della stazione e riportata a casa.

L’avvocato Gabriele Fornasari

Ora Marco Brocca, oggi 19 anni, il giovane fuggito con la ragazzina, è a processo con l’accusa di sottrazione consensuale di minore. Questa mattina in aula la 16enne si è costituita parte civile attraverso i genitori, assistiti dall’avvocato Gabriele Fornasari. Ma l’imputato non si è presentato in aula, e nemmeno il suo avvocato, in quanto aveva già rimesso il mandato. Il giudice ha quindi nominato l’avvocato Caterina Pacifici come legale d’ufficio, che però, non conoscendo il caso, ha chiesto e ottenuto i termini a difesa. Si torna in aula il prossimo 28 novembre con la fissazione della lista dei testimoni da sentire.

“Siamo ancora molto dispiaciuti per quanto accaduto”, si è limitato a commentare il papà della giovane, che insieme alla moglie e all’intera famiglia aveva trascorso giorni d’angoscia per la sorte della figlia. Timori che erano finiti il primo novembre dell’anno scorso con il rientro dei due ragazzi, riaccompagnati a Cremona dalla polizia. I due erano stati tre giorni a Milano, uno a Genova, Novara e gli ultimi giorni a Torino. Erano sempre stati insieme, passando le giornate e le notti in strada e dormendo all’addiaccio o sui treni.

“L’atto di costituzione di parte civile”, ha sottolineato l’avvocato Gabriele Fornasari, “vuole significare ancora una volta l’attenzione che la famiglia ha sempre avuto nei confronti della propria figlia”.

Sara Pizzorni

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