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Gas, Berlino nazionalizza Gazprom Germania: cosa può succedere in Italia

(Adnkronos) –
Berlino ha nazionalizzato Gazprom Germania. Oggi si chiama Sefe, Securing Energy for Europe, e il governo tedesco ha deciso di assumere la partecipazione al 100% con la motivazione, piuttosto tranchant, che l’imminente fallimento potrebbe interrompere le forniture energetiche della Germania. 

Non solo. Sarà alzata a 13,8 miliardi di euro l’iniezione di liquidità necessaria, ha dichiarato il Ministero dell’Economia, secondo quanto riporta l’agenzia Dpa. Il passo si è reso necessario perché l’eccessivo indebitamento della Sefe e la minaccia di un’imminente insolvenza avrebbero “messo in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento in Germania
“. 

Come stanno invece la società controllate da Gazprom in Italia? Gazprom Italia, sede a Milano in via Boncompagni, nella homepage del sito ricorda la sua mission: “Gazprom Italia S.p.A. è la società del gruppo Gazprom che si occupa da quasi trent’anni della fornitura di gas naturale verso il mercato italiano. Il nostro obiettivo è garantire stabilità e competitività al mercato del gas naturale in Italia, grazie al nostro portafoglio di materia prima ed utilizzando al meglio le nostre competenze decennali”. Ma non ci sono aggiornamenti sul sito che possano fornire indicazioni sullo stato di attività dell’azienda. All’inizio della guerra in Ucraina il fatturato italiano di Gazprom era di circa 230 milioni.  

A Roma invece, in via Benaglia, c’è la sede di Gazpromneft Lubricants Italia. Non si occupa di gas ma di oli lubrificanti. Nasce nell’aprile del 2009, quando il colosso russo rileva da Chevron l’impianto pugliese, e opera come filiale italiana della Gazpromneft-Lubricants Ltd, divisione della Gazpromneft e controllata di Gazprom. Il sito italiano, che prima dell’estate era regolarmente accessibile, ora reindirizza automaticamente a quello russo gazpromneft-oil.ru. Anche in questo caso, difficile reperire informazioni sull’attività dell’azienda in Italia e sulle ripercussioni che sta comportando il perdurare della guerra in Ucraina.  

 

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