Centrodestra, i debiti del ‘Pdl fantasma’: Berlusconi creditore per 3 milioni
(Adnkronos) – Da 9 anni non esiste più politicamente, ma ha solo una vita giuridica. Pur avendo chiuso i battenti nel 2013 per lasciare il posto alla ‘nuova’ Forza Italia, il Popolo della libertà è un partito fantasma, ma non proprio invisibile, visto che ha ancora tanti debiti da pagare. Spulciando l’ultimo bilancio, quello chiuso al 31 dicembre 2021, si scopre infatti che continua a essere in rosso e a garantirne la sopravvivenza ci pensa sempre uno dei suoi fondatori, Silvio Berlusconi, con un ‘prestito infruttifero’ di quasi 3 milioni di euro concesso nel 2013. Carte alla mano, l’ex partito nato nel 2009 dalla fusione di Fi e An, di fatto, è debitore non solo nei confronti del Cav ma anche di Forza Italia per circa 1 milione e mezzo di euro e dell’ex partito di Gianfranco Fini per poco meno di 700mila euro, a causa di un contenzioso tutt’ora pendente.
A gravare sulle casse pidielline, infatti, ci sono soprattutto le controversie legali “ancora in atto”: due sono le ”più rilevanti”, ”in passato sfociate nel totale pignoramento dei residui crediti per rimborsi elettorali per un importo, che al 31 dicembre del 2021 si conferma di 1 milione 167mila 235 euro”. Una controversia, si legge nella relazione gestionale firmata dai rappresentanti legali pidiellini, ovvero dal presidente liquidatore Fabio Roscioli e dal suo vice, Pasquale Grimaldi, è proprio quella “sorta con Alleanza nazionale, associazione in liquidazione”, che, “riguarda gli addebiti di spesa da essa in precedenza effettuati per il triennio 2009-2011: ad oggi è ancora efficace l’atto di pignoramento presso terzi a valere sui crediti per contributi elettorali, di ammontare pari a 75 mila 239 euro”.
Tra le passività, si legge nel verbale dell’Assemblea ordinaria dei soci del Pdl riunitasi il 13 giugno scorso per approvare l’ultimo bilancio, i ”debiti sono in totale pari a 7 milioni 525mila 453 euro: in tale posta sono iscritti nella voce ‘Altri debiti’ per un ammontare complessivo di 2 milioni 348mila 105 euro, i residui importi dovuti a Forza Italia per 1 milione 678mila 614 euro e ad Alleanza Nazionale per 669mila 491 euro”. Questa somma, si precisa nella nota integrativa, rappresenta gli ”addebiti di costi sostenuti da An in base alla scrittura privata a suo tempo sottoscritta, che ha regolamentato le modalità di addebito delle spese in oggetto e la loro estinzione, oltre alle spese accessorie e alle quote di interessi calcolati al tasso legale”.
Il Popolo della libertà, spiegano i liquidatori, ”non ha nel tempo rispettato le scadenze concordate ed il creditore, An, ha promosso ricorsi per decreti ingiuntivi per recuperare il proprio credito, che hanno successivamente generato due atti di pignoramento presso terzi nel corso del 2016 e del 2017”: al 31 dicembre 2021 ”è ancora in essere l’atto di pignoramento notificato nel 2017”. L’altra ”maggiore controversia” a carico delle finanze pidielline, invece, ”continua ad essere il giudizio che vede il Popolo della libertà contrapposto alla società ‘Roboris Re srl’, di cui però ”non si segnalano novità”: la causa è sub iudice nella Corte d’Appello di Roma perchè attualmente rinviata per precisazione delle conclusioni” all’udienza del prossimo 17 novembre.
Secondo le ‘poste’ visionate dall’Adnkronos, l’associazione del Pdl (dal 23 maggio scorso sciolta e messa in liquidazione ”considerata la difficilissima situazione finanziaria e avendo da tempo cessato ogni attività politica”) presenta un disavanzo dell’esercizio, come si dice nel gergo contabile, di 92mila 868 euro ”per effetto del quale il disavanzo complessivo aumenta, passando da 8 milioni 708mila 522 euro agli attuali 8 milioni 801mila 390 euro. Nella voce ‘debiti’ è incluso, inoltre, il ”residuo importo di 1milione 440mila euro ancora da corrispondere a Forza Italia in seguito all’accordo transattivo firmato il 22 ottobre 2014, a stralcio delle rilevanti posizioni debitorie all’epoca con essa in essere: questo debito si sarebbe dovuto estinguere entro il 10 agosto del 2016”
Da 9 anni, dunque, il Pdl non esiste più politicamente, ma ha una vita solo giuridica.”Le principali attività poste in essere nel corso dell’esercizio in corso sono relative alla prosecuzione delle operazioni amministrative necessarie all’estinzione progressiva delle spese di funzionamento, alla gestione delle controversie legali che appare ancora l’aspetto più ostico da affrontare”. A tal proposito, ”i pignoramenti in essere sui rimanenti crediti per rimborsi elettorali hanno continuato nel 2021 a compromettere la gestione finanziaria della nostra associazione causando una forte carenza di liquidità che ha frenato ogni azione strutturata di risanamento, anche transattivo, dalle complessive posizioni debitorie in essere”.
I cosiddetti oneri della gestione caratteristica (dal personale alle bollette telefoniche) sono stimati in 46mila 705 euro, mentre le consulenze e spese legali ammontano a 2mila 693 euro e le ‘altre consulenze e collaborazioni’ arrivano a circa 9mila euro. Figurano, inoltre, i “debiti verso fornitori’ per 920mila 200 euro e i ”debiti verso altri finanziatori nei quali è iscritto il finanziamento infruttifero di 2 milioni 800 mila euro concesso dal presidente Berlusconi in precedenti esercizi”. Le ”attività” sono composte ”soprattutto dai crediti ammontano complessivamente a 1 milione 200mila 673 euro, mentre la residua disponibilità liquida è pari a 832 euro.