Ponchielli, serata con l'Ensemble Estrio
e la musica delle sorelle Boulanger
L’ensemble ESTRIO, composto da tre artiste (Laura Gorna, violino – Cecilia Radic, violoncello – Laura Manzini, piano), è protagonista giovedì 10 novembre (ore 20.30) nel Ridotto del Teatro, di un concerto dedicato alle sorelle Nadia e Lili Boulanger, figure di grande influenza sulla vita musicale del Novecento. Una serata speciale che apre una riflessione sul rapporto tra donna e società, tra artista e contesto musicale, allora come adesso.
Tutti i mercoledì alle 15.00 in rue Ballu, a Parigi, per molti anni Nadia Boulanger ha tenuto la sua lezione collettiva di musica. Nella sua casa dai mobili antichi,
appartenuti alla nonna, piena di ricordi, fotografie, spartiti sono passati allievi famosi, da Copland a Bernstein, da Piazzolla fino al genio Stravinsky.
Qui Mademoiselle se n’è andata, in quella giornata luminosa di settembre in cui è spirata, immersa, come disse a Leonard Bernstein venuto a trovarla,
in una musica continua, assoluta.
Nell’appartamento ogni dettaglio rivelava un ricordo, un momento importante, un fantasma: la fotografia di Lili, la sorella compositrice, vincitrice del prestigioso Prix de Rome (competizione in cui Nadia arrivò seconda), quella della madre adorata, principessa russa intelligente e severa, quella del forse amore della sua vita Raoul Pugno; e poi la radio, sempre accesa sul mondo, perché la musica non deve essere un universo chiuso ma “la lente con cui osservare la realtà e gli altri”, il pince-nez maschile, appoggiato sugli spartiti, che la Boulanger portava al posto degli occhiali, per avere quell’autorità necessaria a una donna ed essere credibile come insegnante di pianoforte, strumento che da bambina la terrorizzava, poi diventato inseparabile compagno e supporto.
Nadia Boulanger era una donna straordinaria, inflessibile e ricca di umanità, un’insegnante capace di cogliere il genio in ciascun allievo, in base alle sue particolarità, amante della musica, tutta, senza pregiudizio, da Mozart ai capolavori del pop. Ed è diventata un faro ed un’ispirazione per molte donne musiciste, compositrici, direttrici d’orchestra, per tutte quelle interpreti che si addentrano in un campo, quello musicale, spesso dominato ancora dalla presenza maschile. Per Nadia il genere era secondario, il suo obbiettivo era la musica e dovette con forza affermare la sua autorità in un contesto che non sempre riconobbe a pieno le sue doti. Divulgare la sua arte, diventa un’occasione per interrogarci sul presente e su quali valori siano importanti da tramandare.