Nella chiesa di San Felice
l'estremo saluto a Filippo Mazzini
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Un dolore straziante che solo la fede può rendere sopportabile, quello che questa mattina ha riempito la parrocchiale di San Felice, per i funerali di Filippo Mazzini, 33 anni, morto domenica pomeriggio in un incidente sulla strada che collega Vescovato a Pescarolo.
Un dolore che avvolge la moglie Chiara, i genitori di Filippo, i tanti amici che con lui avevano passato proprio quel pomeriggio, prima che il destino decidesse per lui.
Nella toccante omelia il celebrante ha ricordato la gioia vissuta da Filippo e Chiara appena poche settimane fa, il 24 settembre, il giorno del matrimonio: “Lo ricordo bene quel giorno, era un giorno di pienezza, desiderata, attesa, preparata. Il matrimonio è stato il momento più bello e quello deve rimanere adesso, la gioia di quel momento. Oggi voglio celebrare con voi la gioia e la vita di Filippo, anche se so che questo può apparire assurdo. Io non ho una risposta alle vostre domande”, ha aggiunto richiamando però le parole che il Vangelo riferisce di Marta e Maria, alla morte del fratello Lazzaro.
“Domenica è il giorno della vita, non della morte, è il giorno del Gesù risorto, di un Dio onnipotente che si è fatto capace di morire e diventare uomo ma con la speranza della resurrezione. Domenica 6 novembre, alle 17,30 ero in cattedrale, sul presbiterio, a celebrare la vita. Mi ha impressionato una cosa, il rosone della nostra cattedrale era bellissimo. Luce e colori meravigliosi, come non mai. Il vespro della domenica, le ultime ore della luce”. Proprio in quel momento si consumava la tragedia di Filippo.