Cronaca

Carcere: la protesta degli agenti
"Noi al limite della sopportazione"

Striscioni, bandiere, fischietti, cori. E voglia di essere ascoltati. Così si sono presentati questa mattina davanti al carcere di Cremona gli agenti della polizia penitenziaria, dallo scorso 25 ottobre in astensione dalla mensa obbligatoria di servizio. Lo stato di agitazione è stato proclamato dai sindacati di polizia penitenziaria Sappe, Uilpa, Sinappe, Osapp, Uspp, che per oggi e domani hanno indetto due sit in di protesta: uno oggi davanti al penitenziario di via Cà del Ferro e un altro domani davanti alla Prefettura. I due presidi sono stati organizzati in seguito ai mancati provvedimenti chiesti per migliorare le condizioni lavorative del personale, sempre più spesso vittima di violenze e aggressioni da parte di detenuti “ostili e aggressivi”. Una situazione che per gli agenti della polizia penitenziaria si è fatta ormai insostenibile. E’ un grido di aiuto, quello lanciato da Giorgio De Giuseppe e da Antonio Loffredo, del Sappe, da Vincenzo Martucci, del Sinappe, da Daniele Sciaudone, di Uspp, da Rino Raguso e Stefano Bello, dell’Osapp e da Michele Aufiero, della Cisl. “Chiediamo solo di poter fare il nostro lavoro con dignità e in sicurezza”.

Attualmente nella struttura cremonese sono presenti 180 agenti che devono far fronte a 450 detenuti, una ventina dei quali soggetti problematici e psichiatrici per i quali non è garantita la presenza di un adeguato presidio. Del numero complessivo dei detenuti, la maggior parte proviene da altre carceri e la percentuale di stranieri è molto alta. “Di notte”, hanno fatto sapere i rappresentanti sindacali, “i colleghi si riducono ad essere in 7, massimo 8. Chiediamo aiuto al Governo, al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al Provveditorato regionale affinchè questi gravissimi problemi vengano risolti. Nel carcere di Cremona ci vorrebbero 50 agenti in più”. Ma c’è carenza di personale, oltre che di polizia penitenziaria, anche di educatori, di medici e di funzionari contabili, tutte criticità che inevitabilmente si ripercuotono sulla gestione dei detenuti. “Non si riesce più ad assicurare l’ordinario”. “Il problema”, secondo i sindacati, “non è tanto della direzione di Cremona, che fa quel che può, ma è a monte. Lo Stato ha perso tempo: dopo la pandemia avrebbe dovuto riorganizzarsi, e invece non è stato così. Speriamo che il prefetto possa fare da eco ed aiutarci a risolvere questa situazione che dura da troppo tempo”.

I sindacati chiedono poi “l’urgente ripristino del reparto isolamento, che allo stato attuale risulta inagibile”. Attualmente, hanno fatto sapere le categorie sindacali, “il reparto ‘Nuovi Giunti’ è occupato da molti soggetti problematici, cosa che rende il servizio dei poliziotti altamente insicuro e complesso, anche in considerazione della collocazione delle camere detentive adibite a isolamento disciplinare che si trovano a ridosso degli uffici, ma anche e soprattutto in prossimità dell’ultimo sbarramento che porta all’uscita dell’istituto. Il reparto è gestito da una sola unità di polizia penitenziaria che si deve occupare dell’attività di vigilanza di detenuti eterogenei, tra cui soggetti che si rifiutano di essere ubicati nelle varie sezioni dell’istituto, pretendendo trasferimento in altre strutture, altri in monitoraggio Covid e quelli sottoposti ad isolamento disciplinare”.

“Indegno lavorare in queste condizioni”, hanno concluso i rappresentanti sindacali. “Il nostro lavoro merita rispetto e dignità”.

Sara Pizzorni

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