Cronaca

Melega: ecco come il dipendente
"fantasma" raggirò i gruppi editoriali

Nella foto, Marco Melega e la procura di Cremona

Era “una persona che ci sapeva fare”, “gentile”, “veloce, preciso e conciso”, con “una voce da speaker”. Così Mauro Galli è stato descritto dai testimoni che con lui avevano avuto rapporti commerciali. Ma Mauro Galli, secondo gli inquirenti, sarebbe un “fantasma”, solo un nome di fantasia dietro il quale si sarebbe celato Marco Melega, 50 anni, residente a Padenghe sul Garda, l’imprenditore cremonese finito a processo con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alle truffe online, frode fiscale, riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

L’imputato, avvalendosi di diversi prestanome e società “cartiere”, avrebbe messo in piedi un meccanismo finalizzato a riciclare a proprio vantaggio il denaro illecitamente accumulato attraverso le truffe online. Le fasi prevedevano la costituzione di società intestate a prestanomi, pubblicizzate su emittenti televisive e radiofoniche di rilievo nazionale e che vendevano a prezzi concorrenziali, attraverso siti di e-commerce, prodotti di vario genere, come vini pregiati, buoni carburante, prodotti elettronici.

Le vendite erano riservate a titolari di partita Iva e prevedevano un acquisto minimo non inferiore a mille euro, la metà del quale doveva essere versato tramite bonifico al momento dell’ordine, e la restante parte al momento della spedizione. In realtà le società non erano in possesso di alcun prodotto destinato alla vendita, e quindi nulla era mai stato inviato, nonostante le reiterate lamentele e querele per truffa presentate dai clienti. Dopo qualche tempo le società titolari dei siti di e-commerce erano messe in liquidazione.

Secondo quanto accertato dalla guardia di finanza nell’operazione “Doppio Click”, le somme di denaro ricevute sui conti correnti delle società utilizzate per le truffe erano trasferite ad altre società, simulando il pagamento di operazioni in realtà mai effettuate e quindi successivamente monetizzate attraverso altri trasferimenti, oppure sotto forma di stipendi, pagamenti di consulenze, anticipazioni di utili.

Per l’accusa, Melega avrebbe truffato anche i più importanti gruppi editoriali che attraverso radio e tv avevano lanciato le campagne pubblicitarie dei siti online senza essere pagati.

Tra chi aveva avuto a che fare con il fantomatico Mauro Galli, c’è Luigi Tabanelli, agente di commercio di Publitalia80 che vende spazi commerciali per Mediaset nell’area dell’Emilia Romagna. Tra i suoi clienti, nel gennaio del 2019, era entrata la Domac Srl, azienda che gestiva il sito di vendite online Marashopping. Il suo contatto era Mauro Galli. “Non l’ho mai visto”, ha riferito il testimone in aula. “Avevamo contatti solo via mail. Il nostro ufficio di Milano che ci verifica la salute fiscale del cliente ci aveva dato il via libera. Eravamo partiti con la prima parte della campagna, ma poi a febbraio c’è stato un blocco, perchè volevamo che il cliente ci desse delle garanzie che non sono arrivate”. Tabanelli ha poi riferito di aver saputo di “lamentele di gente che aveva comprato sul sito ma che non aveva ricevuto il prodotto”.

Anche Roberta Tanzi, responsabile delle vendite di spazi pubblicitari su radio come Virgin Radio, Radio 101, aveva scambiato mail con Mauro Galli. “Voleva fare una campagna radio in tempi brevi per la vendita online di prodotti tecnologici sul sito Marashopping. La prima somma investita, di 36.000 euro, era stata pagata tramite bonifico bancario, poi, poco prima di Natale del 2019 aveva chiesto di fare una seconda campagna, ma quando abbiamo visto che non pagava, abbiamo bloccato tutto”. “Avevo sentito Galli anche al telefono”, ha ricordato la Tanzi. “Non l’ho mai incontrato, nonostante l’avessi invitato ad una serata di pubbliche relazioni con i nostri clienti. Se dovessi riascoltare la sua voce?. Lo riconoscerei senz’altro”.

In aula è stata sentita anche la testimonianza di Fausto Amorese, direttore Radio Marketing & Advertising presso il Gruppo 24 Ore. Due le società in capo a Melega che avevano fatto campagna pubblicitaria: la Domac e la Promotional Trade per il sito Sottocosto.online. “Alcuni ascoltatori delle nostre radio, come Radio 24 e Radio Kiss Kiss”, ha ricordato Amorese, “avevano contattato il centralino per lamentarsi perchè non avevano ricevuto il prodotto che avevano ordinato. Si sentivano come traditi dalle ‘loro’ radio, e anche noi ci siamo sentiti coinvolti per quanto accaduto”. Per la Promotional Trade “l’ammontare complessivo del nostro credito era di 474.992, 37 euro mai pagati, neanche un acconto”. Per Domac, “il Gruppo 24 ha emesso fattura per 264 mila euro. Ad oggi nulla è stato pagato”.

“Questo fantomatico signor Mauro Galli era molto gentile, molto educato, rispondeva a tutto”, ha ricordato con il senno di poi Rosanna Covezzi, amministratore delegato di Rosanna & Associati Video Production, casa di produzione di contenuti video, referente per Mediaset e La7. Per lei, stesso copione, con l’entrata in scena, nel dicembre del 2018, di Mauro Galli. La richiesta, stavolta, era quella di realizzare uno spot con materiale in 3D per pubblicizzare telefonini. Lavoro fatto, ma mai pagato: “Gli ho mandato un casino di pec di solleciti”, ha ricordato la Covezzi. Nessuna risposta. Spento anche il cellulare.

Si torna in aula con altri testimoni del pm il prossimo 24 novembre.

Sara Pizzorni

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