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Governo, Meloni: “Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi”

(Adnkronos) – Nel libro ‘La grande tempesta’ Bruno Vespa chiede a Giorgia Meloni perché lei dovrebbe riuscire dove i diciassette governi precedenti hanno fallito, in fatto di crescita del prodotto interno lordo. “L’unico vero vantaggio che ho rispetto agli altri”, risponde, “è che non lavorerò per restare in questo posto. Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi. Tra cinque anni io non voglio essere rieletta a ogni costo. Se non hai niente da perdere, puoi tirare di più la corda. Per fare le cose devi rompere gli schemi; se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente”. 

“Mi pare che la politica sull’immigrazione sia cambiata fin dai primi giorni di governo”, continua la premier nel libro sul tema dei migranti. “È cambiato innanzitutto l’approccio strategico. L’immigrazione, prima di essere un problema di politica interna e di ordine pubblico, è un problema di politica estera e di geopolitica. L’unico modo per risolverlo è far parlare l’Africa con l’Europa”.  

“Per questo ho lanciato il progetto di un piano Mattei, rifacendomi al grande stratega fondatore dell’Eni che riscattò i paesi produttori di petrolio dal colonialismo delle grandi compagnie americane”.  

Occorre “il ripristino dell’operazione Sophia, nata nel 2015, che nella terza fase, mai attuata, prevedeva di estirpare alla radice il sistema organizzativo del contrabbando di esseri umani, cioè quello che noi abbiamo sempre definito ‘blocco navale'”, spiega ancora la premier. 

“Qui – continua Meloni quando le viene fatto presente che l’autunno del 2022 ha visto le partenze da Libia e Tunisia riprendere con un aumento del 50 per cento rispetto al 2021 – dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito. Se tu incontri per caso in mare una barca in difficoltà, sei tenuto a salvare chi è a bordo”. 

“Ma se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata”.  

 

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