Cronaca

Uccise a Ferrara e fuggì a Cremona
"Cazzanti agì in preda al delirio"

Quando, il 3 marzo scorso, sparò al collega Roberto Gregnanini in pieno centro a Ferrara, Michele Cazzanti, che dopo una fuga di oltre sette ore fu arrestato a Cremona, era “in preda al delirio” e dunque non era in grado di intendere e di volere. E’ quanto sostenuto dallo psichiatra Luciano Finotti, il perito nominato dal giudice delle indagini preliminari di Ferrara Danilo Russo. Secondo l’esperto, Cazzanti ancora oggi è socialmente pericoloso e bisognoso di cure in una struttura idonea.

Michele Cazzanti

Raggiunto da un colpo di pistola all’addome, Roberto Gregnanini, 60 anni, dipendente comunale a Ferrara, era deceduto sei mesi dopo a causa delle ferite riportate. Ad aprire il fuoco era stato il suo collega Cazzanti, 56 anni, che dopo la sparatoria aveva percorso 200 chilometri in auto fino ad arrivare alle porte di Cremona. Monitorato dalle telecamere autostradali, era stato fermato dalla polizia alla fine del ponte che collega Castelvetro a Cremona. A bordo della sua Fiat Punto era stata trovata la pistola, una Glock regolarmente detenuta.

Agli inquirenti, l’uomo aveva riferito di aver subito persecuzioni da parte dei colleghi, ma poi era apparso confuso, tanto che alla fine sia procura che difesa avevano chiesto una perizia psichiatrica.

Ora la procura modificherà il capo di imputazione, che passa da tentato omicidio a omicidio, dopodichè si attenderà la chiusura delle indagini che precedono la richiesta di rinvio a giudizio. Scontato, dunque, che il procedimento giudiziario terminerà con un’assoluzione per incapacità di intendere e di volere e con la collocazione di Cazzanti in una struttura psichiatrica. Verrà anche adottata una misura idonea per la sua pericolosità sociale che lo avrebbe portato ad uccidere altri colleghi, colpevoli, nella suggestione della sua mente, di averlo perseguitato. Prova ne è il lungo elenco di nomi stilato dallo stesso Cazzanti.

Ancora da chiarire come mai l’uomo avesse il porto d’armi nonostante il suo evidente disagio psichico.

S.P.

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