Economia

Arvedi: "La sostenibilità ambientale
un dovere assoluto per tutti noi"

Il Cavaliere intervistato a Milano nell'ambito della presentazione dell'annuale ricerca "Bilanci d'acciaio" realizzata da Siderweb. "Fondamentale per il futuro - ha detto Arvedi - è il connubio tra il sapere scientifico e quello umanistico che a Cremona ho cercato di favorire attraverso l'alleanza di Politecnico ed Università Cattolica. Supereremo questa fase di crisi, siamo un grande popolo. L'aumento dei costi energetici? Dovuto soprattutto a speculazioni che vanno fermate"

Il Cavalier Arvedi intervistato a Milano

“Nonostante questa fase di difficoltà, dobbiamo essere positivi perché le imprese e le famiglie italiane hanno gli strumenti per superare questa crisi: siamo un grande popolo”. Lo ha detto il Cavaliere Giovanni Arvedi, intervistato dal giornalista Lucio Dall’Angelo di Siderweb nell’ambito della presentazione dello studio “Bilanci d’acciaio 2022”, avvenuta al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

Parlando del settore siderurgico, Arvedi ha evidenziato come, “dopo due anni di grande espansione, con prezzi anche esagerati, ora assistiamo ad un periodo di flessione, ma dobbiamo essere ottimisti perché l’acciaio rimane sempre un elemento centrale per lo sviluppo di un paese moderno”. L’Italia, peraltro, ha una marcia in più rispetto agli altri paesi perché produce principalmente attraverso forno elettrico, “con un processo che è quindi già orientato verso la sostenibilità ambientale”. Su questo tema il Cavaliere si è soffermato a lungo: “L’uomo supera se stesso e può quindi studiare soluzioni per evitare che il suo lavoro faccia male al prossimo; ecco perché ritengo che la sostenibilità sia un dovere assoluto di tutti noi, anche secondo una logica cristiana. Non accetto la visione negativa che a volte viene data della siderurgia – ha proseguito – perché in Italia, ad esempio, si è parlato a lungo di un impianto che era stato abbandonato a se stesso e per questo motivo altamente inquinante: ma gli imprenditori siderurgici italiani sono i migliori del mondo e sanno come vincere l’inquinamento”.

Sul tema dei costi energetici, secondo Arvedi è necessario chiedersi come si è arrivati a questo punto: “Il costo dell’energia si è impennato principalmente a causa della speculazione e i responsabili non sono intervenuti per fermare questo fenomeno; la guerra in Ucraina ha inciso, ma non è la vera causa”. Del resto l’Europa è un paese trasformatore, ma non ha né energia né materie prime: “A fianco abbiamo la Russia, che per certi versi è complementare con l’Europa: ecco perché è importante lavorare per trovare un accordo di collaborazione; è un sogno che cullo da molti anni”.

Per quanto riguarda il futuro del settore siderurgico, secondo Arvedi è difficile fare previsioni, perché le variabili sono moltissime: “Certo i nostri imprenditori hanno molto talento e spero siano messi nelle condizioni di lavorare senza speculazioni, in modo che possano superare questo momento”. Fondamentale sarà anche l’innovazione scientifica: “Ma facciamo attenzione – ha detto ancora il Cavaliere -: prioritario è lo spirito, che dà la forza per pensare quello che non esiste e che si confronta poi con le leggi della fisica e con la natura”.

Fondamentale è quindi il connubio tra spirito umanistico e scienza, “che ho cercato di concretizzare a Cremona – ha proseguito – favorendo un’alleanza tra Politecnico ed Università Cattolica e puntando decisamente sui giovani”.

Infine Arvedi ha parlato anche dell’acquisizione dell’Acciai Speciali Terni, “un’operazione che aveva una logica aziendale e anche strategica, perché completa il nostro gruppo; certo – ha aggiunto – c’è molto da lavorare a Terni perché l’azienda è stata in parte compromessa dalla precedente gestione, ma ha fondamentali forti: la considero importante per il prodotto e per il valore strategico e infatti la seguo da vicino da molti anni”.

Nella seconda parte dell’appuntamento milanese, è stato presentato lo studio ideato dall’ufficio studi di Siderweb e realizzato dai professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia. Secondo la ricerca, i valori economici dell’acciaio nel 2021 sono ampiamente superiori a quelli del biennio precedente. La crescita del fatturato e del valore della produzione è stata molto alta nel 2021 rispetto all’anno prima, superiore al 60%. Appare evidente, tuttavia, che si tratta di una situazione straordinaria e non ripetibile, che ha portato il volume di attività a livelli ben superiori all’anno della crisi del Covid-19, il 2020, e anche al 2019.

Sul finire del 2021 sono infatti apparsi sulla scena economica segnali di preoccupazione che hanno trovato ulteriore conferma e peggioramento nel 2022: le difficoltà di approvvigionamento nelle catene di fornitura globali, i fortissimi rincari dei beni energetici, la crescita dei prezzi delle materie prime. Problemi, soprattutto quello dell’energia, per i quali non si intravedono soluzioni strutturali.

“I numeri di bilancio ci raccontano di un finale di 2020 e di un 2021 straordinari – ha detto Emanuele Morandi, presidente di Siderweb -, ma siamo entrati nel tunnel dell’incertezza: in un mondo passato all’improvviso da decenni di deflazione all’inflazione galoppante; dai tassi zero a tassi che salgono come mai avevano fatto in passato; da materie prime tutto sommato a buon mercato a rincari violenti, con costi di energia e gas insostenibili per famiglie e imprese. Iniziamo a sentire – ha aggiunto- i primi preoccupanti scricchiolii della gigantesca impalcatura che sostiene le nostre economie”.

I bilanci complessivamente analizzati sono oltre 5mila e coprono l’intera filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe, taglio e lavorazione della lamiera, utilizzatori di acciaio.

Se il 2020 è stato un anno contraddistinto da un netto calo del giro d’affari del comparto, il 2021 ha visto una veloce ripresa delle attività. Il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) nel 2021 è stato di 79,181 miliardi di euro (+61% rispetto al 2020). Il valore aggiunto è stato pari a 12,199 miliardi di euro (15,4% del fatturato), l’Ebitda è stato di 7,142 miliardi di euro (+168%). L’utile è salito a 3,544 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il 2022, come ha detto Gianfranco Tosini dell’ufficio studi di Siderweb, “il rallentamento della domanda di prodotti siderurgici da parte dei settori utilizzatori e la diminuzione degli spread fra prezzi di vendita dei prodotti e costi degli input hanno avuto un impatto negativo sul fatturato, sui margini e sulla redditività delle imprese della filiera siderurgica. Il tasso di crescita del fatturato su base annua – ha proseguito Tosini – dal 57,6% in maggio è sceso al 7,3% in luglio; la forte decelerazione della dinamica dei ricavi delle vendite si è associata a una riduzione dello spread fra costo di produzione dell’acciaio e il prezzo di vendita dei prodotti siderurgici, provocando un calo della redditività della gestione industriale. A risentirne maggiormente – ha concluso – sono le imprese elettrosiderurgiche, più esposte alla crescita fuori controllo dei prezzi dell’energia elettrica e del gas”. La domanda di acciaio in Italia, inoltre, è prevista in calo del 3,6% nel 2022 e del 3% nel 2023, dopo la crescita del 30,4% nel 2021.

L’incontro si era aperto con le parole del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che ha messo in luce la necessità di proseguire nel cammino della decarbonizzazione “ma in modo razionale, pragmatico, non fazioso e non ideologico”.

Guido Lombardi

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