Chiesa

L'urna con le reliquie
e l'atto di dedicazione

Nell’ambito del rito di dedicazione dell’altare della Cattedrale si è voluto mantenere l’antico uso di deporre, sotto di esso, le reliquie dei santi. Così, durante la celebrazione, dopo il canto delle litanie dei santi, nel sepolcreto ricavato al di sotto della mensa, sarà deposta l’urna con le reliquie degli antichi santi Imerio e Facio, da secoli venerati in Cattedrale, e le reliquie dei più recenti santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità: Paola Elisabetta Cerioli, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Arsenio da Trigolo, Enrico Rebuschini.

La capsella che contiene le reliquie e che sarà deposta sotto l’altare è stata disegnata da don Gianluca Gaiardi che ha tratto ispirazione dall’arca di pietra che nella cripta del Duomo custodisce le reliquie dei santi Imerio e Archelao. Si tratta di un’urna di ottone argentato, realizzata dal laboratorio di arredi sacri Albrizzi di Vidigulfo (Pavia), delle dimensioni di 45x26x30 cm.
Sul frontale dell’urna lo stemma di Papa Francesco, del vescovo Antonio Napolioni e la cifra MMXXII datano il rito di dedicazione e della deposizione dell’urna.

Così l’iscrizione sull’urna:

UNA CUM HOMOBONO ET ANTONIO MARIA IN CONFESSIONE QUIESCENTIBUS – HYMERII – FACII – PAULA ELISABETHA C. – ARSENII M. – FRANCISCE S. – VINCENTII G. – HENRICE R. PRO CREMONENSIUM ECCLESIA ORATE AD DOMINUM DEUM NOSTRUM

Insieme a Omobono e Antonio Maria, che riposano nella cripta, oh Imerio, Facio, Paola Elisabetta Cerioli, Arsenio da Trigolo (Migliavacca), Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Enrico Rebuschini, pregate davanti al Signore nostro Dio per la Chiesa dei Cremonesi.

LA CERIMONIA DI DEDICAZIONE NELLA STORIA – La dedicazione dell’altare di una cattedrale è una cerimonia unica. A Cremona si ha memoria di due dedicazioni. Nella sua cronaca il vescovo Sicardo annota che il 16 giugno 1196 pose in un’arca di pietra le reliquie dei santi Imerio e Archelao e dedicò l’altare. L’iscrizione di dedicazione è tuttora conservata all’altare di sant’Imerio, nella cripta della Cattedrale. Proprio a quell’urna marmorea si ispira la forma della capsella che sarà deposta sotto l’altare.
L’altra dedicazione di altare insieme a tutto l’edificio è stata celebrata il 2 giugno del 1592 dal vescovo Cesare Speciano. La lapide che ricorda l’evento è murata all’esterno della facciata del transetto sud in alto a destra dell’ingresso.

L’ATTO DI DEDICAZIONE – Nell’urna, insieme alle reliquie, è inserito anche l’atto di dedicazione per datare l’altare e attestarne la dedicazione per le generazioni future. Sulla pergamena, realizzata da monsignor Pietro Bonometti, maestro d’arte e canonico del Capitolo della Cattedrale, è scritto questo testo latino:

Die VI mensis Novembris, anno Domini MMXXII et X pontificatus Francisci Papae, VII anno episcopatus sui Antonius Napolioni, Cremonensis episcopus, clero et populo convocatis, hoc altare dicavit secundum ritum Romani Pontificalis.
Huc deposuit sancti Imerii et sancti Facii capita, necnon reliquias sanctorum Paulae Elizabeth C, Arsenii M, Francisci S, Vincentii G, Henrici R.
Hoc modo longum iter perfectum est quo, a temporibus Concilii Vaticani II usque ad hodiernum diem, Ecclesia nostra crebro meditata est de necessitate Ecclesiae Matris presbyterii ritibus conformandi Missalis Romani a Papa Paulo VI promulgati.
Hoc altare, regimine Officiorum ad Historica Monumenta et ad Liturgiam pertinentium Italicae Episcopalis Coetus Dioecesisque Cremonensis, opus ingenii et artis est a Maximiliano Valdinoci, Maicher Biagini, Anna Elisabeth Petrilli, Francisco Zambon, Carola Zito architectis, et a Goffredo Boselli sacrae liturgiae perito, a Ioanne M. Potenza artifice, a Francisca Flores D’Arcais consulente perfectum.
Hoc altare vere sit figura Christi, mensa festiva, locus communionis et gratiarum actionis, donec Deus praesentibus atque futuris circumstantibus in sublimi altari Agni hostiam laudis in aeternum immolare concedat.

Di seguito la traduzione dell’atto di dedicazione:

Il giorno 6 novembre dell’anno del Signore 2022, decimo di pontificato di papa Francesco, nel settimo anno del suo episcopato il Vescovo di Cremona Antonio Napolioni, convocati clero e popolo, dedicò questo altare, secondo il rito del Pontificale Romano.
Qui depose il capo di sant’Imerio e di san Facio, le reliquie dei santi Paola Elisabetta Cerioli, Arsenio Migliavacca, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Enrico Rebuschini
Si è così portato a termine un lungo cammino che dal Concilio Vaticano II ad oggi ha visto la nostra Chiesa riflettere più volte sulla necessità di adeguare il presbiterio della Chiesa Madre ai riti del Messale Romano promulgato dal papa Paolo VI.
Questo altare, sotto la direzione degli Uffici Beni Culturali e Liturgico della Conferenza Episcopale Italiana e della Diocesi, è opera di ingegno e di arte realizzata da Massimiliano Valdinoci, Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon, Carla Zito architetti, Goffredo Boselli liturgista, Gianmaria Potenza artista, Francesca Flores D’Arcais consulente.
Questo altare sia veramente immagine di Cristo, mensa festiva, luogo di comunione e del rendimento di grazie, finché Dio, a quanti ora e in futuro qui saranno riuniti, concederà di immolare per sempre il sacrificio di lode sul celeste altare dell’Agnello.

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