Anche a Cremona in
piazza per la pace
Le associazioni di Cremona aderiscono alla mobilitazione nazionale contro la guerra. L’iniziativa, nell’ambito della Campagna “Europe for Peace”, è promossa dalla Tavola della Pace di Cremona e ha avuto l’adesione di diverse associazioni, gruppi e organizzazioni della nostra provincia che si sono trovati nella giornata di oggi, sabato 22 ottobre, alla Tenda della Pace in piazza del Comune.
“La minaccia nucleare – spiegano gli organizzatori – incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta”.
I manifestanti, poi, aggiungono: “L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture”.
Da piazza del Comune viene quindi lanciato un appello: “Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili””.
“Chiediamo – concludono – al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.