Soccorritore minacciato: le scuse
dell'ultimo "clochard" cremonese
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Quell’arma era una replica di una Beretta calibro 9. Innocua, ma questo il soccorritore non lo poteva sapere. Di quanto accaduto in via Caudana, Marcello Anceschi, l’uomo che è stato denunciato dai carabinieri per minaccia aggravata nei confronti dell’incaricato di pubblico servizio e detenzione abusiva di arma, ha fatto il mea culpa.
Nello studio del suo legale, l’avvocato Luca Curatti, si è detto dispiaciuto. “Ho sbagliato, ho avuto una reazione esagerata, mi dispiace anche per la ragazza che stava male e che è stata soccorsa dai medici”. E ha ringraziato i carabinieri, che quando lo hanno visto, conoscendolo, gli hanno detto: ‘Marce, cosa hai fatto?’. “Grazie ai carabinieri che mi hanno trattato con i guanti”.
Marcello Anceschi, 52 anni, a Cremona è molto conosciuto: “Dopo 20 anni passati a lavorare all’Iper come magazziniere, si è trasferito in Brasile, dove si è sposato e dove ha vissuto tanto tempo prima di tornare a Cremona nel 2003. Il matrimonio, nel frattempo, è naufragato e lui non è più riuscito a trovare lavoro. “La mia libertà la vivo tutti i giorni”, ha spiegato Marcello, che campa grazie al reddito di cittadinanza e a lavoretti saltuari. La sua passione è la musica: “Io sono il blues”, dice lui. Il suo avvocato lo ha definito “l’ultimo clochard”, come i personaggi che popolano alcune delle vie più famose di Parigi. Marcello, però, non ha mai vissuto in strada: ha sempre avuto una casa:, prima a Cremona, e poi in via Caudana, casa comunale a San Felice.
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“Non è un delinquente e non è un pregiudicato”, ha tenuto a precisare l’avvocato Luca Curatti, che conosce Marcello da anni. “Ha compiuto un gesto censurabile, uno sbaglio indifendibile che dovrà essere sicuramente sanzionato, ma è una persona mite e non ha mai avuto problemi con nessuno”. Il legale ha voluto ringraziare anche i carabinieri: “Hanno capito chi si sono trovati davanti: non una persona pericolosa, ma un personaggio pittoresco”.
Sara Pizzorni