Cronaca

Centrodestra: nello studio del
Politecnico altri stalli a pagamento

“Educare il popolo, tassandolo”, questa la sintesi che il centrodestra in consiglio comunale (Forza Italia e Viva Cremona) esprime con grande preoccupazione a seguito delle ultime azioni dell’amministrazione in tema di riordino della sosta in centro storico, che andranno ad incidere sui portafogli dei cremonesi (e dei visitatori) E viene ribadita l’urgenza di un confronto in sede istituzionale  – ad esempio una Commissione ambiente aperta ai presidenti dei comitati di quartiere e dei rappresentanti delle categorie economiche – affinchè lo studio del Politecnico tenuto finora riservato venga reso pubblico sul sito del Comune.

Dopo il consiglio comunale di lunedi, Carlo Malvezzi, capogruppo di FI, torna sull’argomento: “L’Amministrazione Comunale di Cremona, in perfetta sintonia con le tesi del PD nazionale, sta adottando misure in tema di sosta del tutto inutili sul piano ambientale, ma dannose e costose per i cittadini a cui si complica la vita.
“Vediamo che cosa la Giunta ci riserva per il prossimo anno e per il futuro con l’applicazione delle linee di indirizzo contenute nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) che abbiamo a suo tempo criticato per la carenza di chiari elementi scientifici e per il forte carico ideologico.
“L’Amministrazione comunale ha deciso di sottoscrivere con AEM spa, di cui detiene il 100% della proprietà, un nuovo contratto di 30 anni per la gestione della sosta cittadina. In cambio il Comune di Cremona chiede alla “sua” società di versare subito nelle sue casse € 800.000 che AEM recupererà applicando nuovi balzelli ai cittadini. Vediamo quali: riduzione della sosta gratuita negli stalli blu dalle attuali due ore ad una sola ora nella fascia temporale del pranzo, eliminazione della mezz’ora di sosta gratuita del parcheggio di via Villa Glori, aumento delle tariffe dei parcheggi nelle strutture gestite da AEM (Santa Tecla e Massarotti), ma soprattutto introduzione del pagamento del secondo permesso per i residenti del centro, ad eccezione di coloro che possiedono un’auto euro 6 o elettrica.

Tutte misure confermate da Sindaco e maggioranza con comunicati stampa successivi al Consiglio Comunale nel quale invece l’Assessore Pasquali aveva fermamente  negato l’aumento di tariffe e  volutamente omesso le altre citate  misure che saranno attuate da gennaio 2023”.

A rimetterci – questo il timore –  saranno ristoranti e commercianti di Cremona (proprio quelli che oggi nel primo pomeriggio si incontreranno con l’assessore Pasquali) che perderanno opportunità di lavoro, e le famiglie meno abbienti che risiedono in centro e che non dispongono di risorse per sostituire i propri automezzi.

“Chi non potrà sostenere questa nuova tassa, cosa dovrà fare? Potrà “comodamente” parcheggiare la propria auto al Foro Boario o al Piazzale delle Piscine. Quali benefici porteranno alla qualità dell’aria queste azioni? Nessuno. E’ opportuno e responsabile in un momento di recessione economica caricare sulle spalle delle famiglie e degli imprenditori commerciali nuovi costi per assicurare al Comune ulteriori introiti? Noi riteniamo di no e per questa ragione abbiamo apertamente contrastato durante il Consiglio Comunale di lunedì queste misure, che riteniamo inique e onerose, chiedendo alla maggioranza di soprassedere, ottenendo però un rifiuto”.

“SOLO IMPOSTAZIONE IDEOLOGICA” –  Non è tutto, sostengono dall’opposizione. Sempre per assecondare “l’impostazione ideologica della maggioranza, l’AEM ha commissionato al Politecnico di Milano uno studio sui parcheggi e sull’offerta di sosta nel Comune di Cremona. Vediamo sinteticamente quali scenari prefigura: introduzione di nuovi stalli blu in P.zza Castello, Via Massarotti, Via Vecchia, Via Trebbia e Via Lugo, pedonalizzazione di P.zza Roma e Via Gramsci, rimodulazione al rialzo delle tariffe della sosta in strada per rendere più conveniente il parcheggio in strutture, eliminazione della sosta gratuita (già ridotta a un’ora) nella pausa pranzo, ampliamento dell’attuale ZTL a tutto il Corso Vittorio Emanuele II e a tutto il C.so Garibaldi, riduzione dei permessi per i residenti nel centro città, suddivisione del centro in sotto-aree per inibire la mobilità e la sosta dei residenti nelle aree limitrofe alla propria, riduzione degli ingressi di autovetture nel ring urbano eliminando la possibilità di abbonamento per i city user, eliminazione della sosta “selvaggia” in Viale Po e Via Ghinaglia (leggasi riduzione dei parcheggi), eliminazione della sosta in Piazza Lodi e P.zza Giovanni XXIII, aumento del controllo della sosta, cioè più sanzioni.

Solo sul lungo periodo e’ previsto un intervento sul trasporto pubblico per renderlo più fruibile dai cittadini implementando i collegamenti tra periferie e centro. Questione invece che dovrebbe essere affrontata in maniera prioritaria perche’ solo rendendo il trasporto pubblico efficiente e’ possibile ridurre l’utilizzo del mezzo privato”.

Un pensiero “illiberale e vessatorio”, secondo i consiglieri di centrodestra, “si sogna una città ideale in cui non trovano ospitalità le esigenze reali delle persone concrete, in particolare dei tanti anziani che saranno penalizzati nell’autonomia dei loro spostamenti”.

Non vengono tenuti inoltre in alcuna considerazione due nodi imprescindibili per affrontare in modo razionale e ordinato questo tema: il parcheggio di piazza Marconi e la gran parte dei posti auto del centro storico sono gestiti da Saba, e la trattativa con il Comune per una possibile acquisizione è impantanata da anni nonostante il contratto sia stato revocato dalla Giunta nel 2018, e il parcheggio di Via Dante rimarrà inaccessibile almeno fino alla fine del 2023 a causa degli errori di programmazione dell’Amministrazione Comunale.

Crediamo che su questi temi, che impattano pesantemente sulla vita delle persone, sia necessario un confronto aperto e libero, dentro e fuori dal palazzo, possibilmente prima che le decisioni siano prese e non a posteriori come sta facendo la Giunta che, solo dopo l’intervento della minoranza, ha sentito  l’urgenza di convocare le categorie economiche per illustrare uno studio che risale al 27 luglio e che ha cercato in tutti i modi di nascondere”.

Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di un confronto in una sede istituzionale come la Commissione ambiente aperta alla partecipazione dei presidenti dei comitati di quartiere e dei rappresentanti delle categorie economiche, e di pubblicare sul sito del Comune lo studio del Politecnico, perché possa essere consultato e conosciuto da tutti.

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