Orti urbani, stop agli abusi,
presentato il nuovo regolamento
Per risolvere le criticità nella gestione degli orti urbani, il Comune rivede il regolamento degli spazi destinati alla coltivazione di fiori e ortaggi in varie aree cittadine. Aree tracciate sulla carta e mai assegnate; assegnazioni ancora esistenti, ma intestate a persone già decedute; coltivazioni abusive; pessima manutenzione di alcuni spazi.
E poi ancora: orti assegnati senza una data di scadenza e aree coltivate ad orto in diverse zone della città dove non era stato previsto. Tutto questo è elencato nella bozza di delibera di approvazione del nuovo regolamento (l’attuale è datato 2017) presentata in commissione comunale dall’assessore ai Rapporti coi Quartieri Luca Zanacchi. Obiettivo, arrivare a sciogliere almeno quattro nodi: durata certa dell’affidamento dei lotti; sanzioni o addirittura revoca in caso di comportamenti non corretti; verifiche periodiche della gestione e determinazione di un canone per la gestione, a carico dei concessionari.
Nella bozza presentata in commissione si stabilisce che il gestore delle aree sarà individuato mediante un bando, che fisserà anche il canone annuale. L’ente gestore (in precedenza l’associazione unitaria pensionati) sarà il responsabile della manutenzione ordinaria degli spazi comuni e degli orti non assegnati.
Oltre alle aree già individuate come orti ne potranno essere definite altre, anche di proprietà privata e all’interno di edifici di edilizia residenziale pubblica: in questo caso potranno essere assegnati solo ai residenti. Non solo singoli individui ma anche associazioni gruppi informali, scuole, università, mondo del volontariato, potranno richiedere l’assegnazione, anche in un’ottica di scambio intergenerazionale. Non sarà più possibile invece intestare un orto urbano ai componenti di un nucleo famigliare in cui un’altra persona stia già utilizzando appezzamenti di terreno coltivabili. Vietata anche l’assegnazione a chi svolge attività agricola come occupazione principale.
le graduatorie di chi chiederà l’assegnazione di un orto saranno rese pubbliche e rimarranno valide fino all’esaurimento; sarà compito del soggetto gestore la consegna degli spazi agli assegnatari, con contratto di comodato d’uso gratuito.
La durata massima del comodato è di 4 anni.
I conduttori degli degli orti dovranno individuare un referente che tenga i rapporti con ente gestore e Comune. Tra i suoi compiti, anche quello di vigilare sull’uso dell’acqua (in passato ci sono stati casi di allacciamenti abusivi) e fare in modo che i residui vegetali della gestione collettiva vengano accumulati in un’area comune di compostaggio,
Molto dettagliato l’elenco di quello che non si potrà fare nell’orto: ad esempio piantare alberi ad alto fusto, vendere i prodotti coltivati, realizzare barriere che nascondano alla vista le coltivazioni, introdurre animali o organizzare feste senza autorizzazione. Inoltre si dovrà coltivare secondo i criteri dell’agricoltura biologica, senza utilizzo di fitosanitari o prodotti chimici potenzialmente dannosi.
Alla scadenza l’area dovrà essere lasciata in ordine e libera, mentre rimarranno a beneficio del fondo i lavori, gli impianti e le colture eseguite durante il periodo dell’assegnazione. Nel caso in cui l’orto Comunale al termine della concessione non venga lasciato nelle medesime condizioni in cui era stato consegnato, l’Ente Gestore su indicazione dell’Amministrazione Comunale provvederà al ripristino decurtando i costi dei lavori dalla quota cauzionale depositata all’inizio.
Capitolo che in passato ha dato dei problemi, quello del riparto delle spese: i destinatari sono tenuti a sostenere le spese per la gestione, in particolare per i consumi di acqua ed eventualmente di energia elettrica. L’Amministrazione Comunale inoltrerà la fatturazione delle spese e queste saranno ripartite proporzionalmente alla dimensione dell’orto assegnato. gbiagi