Ambiente

Termoutilizzatore, Galimberti:
"Mai fatto battaglia ideologica"

La difficile impresa di tenere insieme le esigenze dell’ambiente con quelle del lavoro e delle abitudini consolidate: nella Tavola rotonda del pomeriggio nel convegno “Qualità dell’aria in Pianura Padana” organizzato dal Comune di Cremona in Fiera, si sono confrontati Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente dell’Emilia Romagna; il sindaco di Brescia Emilio Del Bono; il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il responsabile scientifico nazionale di Legambiente Andrea Minutolo.

“La battaglia per la qualità dell’aria – ha detto Priolo – è molto difficile perché oggi, soprattutto nell’attuale contesto internazionale, c’è la spinta a derogare dalle restrizioni. E’ molto difficile contemperare tutte le esigenze: oggi di fronte ai costi dell’energia sto ricevendo le richieste dei Comuni di poter accendere gli impianti a biomasse”. Il paradosso “è che con tutte le emergenze che stiamo vivendo, dalla siccità alle alluvioni, il mio assessorato riceve più contributi dalla protezione civile nazionale che dal ministero delle Infrastrutture”, mentre dovrebbe essere il contrario.

Del Bono si è concentrato sull’efficienza del trasporto pubblico come strategia principale per incentivare le persone ad abbandonare i mezzi privati e ha illustrato l’esempio bresciano della metropolitana leggera. “In quattro anni l’utilizzo dei mezzi pubblici dall’hinterland a Brescia è salito da 41 milioni di persone a 58”, ha detto. Insomma, il cittadino utilizza i mezzi pubblici quando questi sono efficienti e puliti; e l’arrivo della metro ha portato di conseguenza ad una maggiore accettazione da parte dei cittadini di restrizioni quali le ztl e le isole pedonali in centro. Il problema è che in Regione Lombardia non vengono fatti investimenti strutturali sui trasporti, ad esempio prolungando le connessioni ferroviarie: “in Germania sono stati stanziati 200 mld in conto capitale per il trasporto pubblico. Il tema è strategico e invece da noi le Agenzie di trasporto pubblico locale oggi devono aumentare il costo degli abbonamenti perché non riescono più a gestire le reti con le risorse messe loro a disposizione. Bisognerebbe fare esattamente il contrario: abbassare il costo dl biglietto”.

Una sollecitazione alla necessità di pianificare gli interventi è giunta dal responsabile di Legambiente: “Le soluzioni ci sono, sono le politiche che devono fare un salto qualità. Come è stato fatto per il Covid, occorre individuare nella salute la priorità. Le due parole chiave delle politiche devono essere pianificazione e sviluppo del territorio.
Spesso le politiche messe in campo sono tutte basate sul miglioramento tecnologico, pensiamo ad esempio al passaggio tra le auto Euro0 a quelle Euro 5, ma questo non basta se il numero delle auto aumenta come è aumentato negli ultimi 20 anni”.

Nel suo intervento il sindaco Gianluca Galimberti si è concentrato sulla questione rifiuti e sui progressi fatti da quando in città c’è la raccolta differenziata porta a porta. Ma la differenziata, con il necessario coinvolgimento della popolazione  non è sufficiente a risolvere il problema rifiuti. “Sul termoutilizzatore io non ho mai fatto una battaglia ideologica. E’ un impianto che ha capienza di 72mila tonnellate e sta arrivando ai 30 anni di vita. La gerarchia dei rifiuti ci dice che gli impianti non devono funzionare in sovra-incenerimento (importazione di rifiuti, ndr) quindi tenerlo acceso sarà inutile e antieconomico.
Bisogna pianificare nuovi impianti nel centro e sud Italia per evitare che i costi dello smaltimento li paghiamo tutti, sotto il profilo ambientale ed economico”.

Sulla mobilità: “Dobbiamo implementare la mobilità sostenibile. Con 81 km di piste ciclabili siamo secondi in Italia, ora dobbiamo fare il collegamento con il Boschetto. Bisogna puntare sull’uso della mobilità leggera anche nei tragitti casa – lavoro e su questo abbiamo progetti che vanno implementati. Certo che se un genitore vuole portare il proprio figlio davanti alla scuola in auto, non ci siamo”.

Il Comune sta inoltre procedendo a sostituire tutta la flotta dei mezzi di trasporto pubblico con veicoli elettrici e più idonei alle dimensioni di Cremona. Una richiesta arriva da Cremona all’interlocutrice emiliana Priolo: “Migliorare il collegamento via treno con Piacenza. E’ fattibile, regione Lombardia è disponibile, si tratterebbe di prolungare le corse della Brescia – Cremona”, ha detto Galimberti.

E quanto all’autostrada Cremona – Mantova, sollecitato da Cesare Vacchelli (No autostrade) in sala: “La mia preferenza è per la ferrovia,  i due progetti – ferrovia e autostrada –  non sono in contraddizione. Ma adesso è importante che si arrivi a una decisione”.

Sul tema del termovalorizzatore è intervenuto anche Del Bono, a Brescia si trova l’impianto di A2A più grande d’Italia: “Da questo impianto dipende il 75% del riscaldamento nelle case di Brescia. L’alternativa non può essere una delle vecchie modalità di riscaldamento domestico. Il termovalorizzatore deve essere sostituito evolvendo i sistemi, non guardando all’indietro e al momento una soluzione alternativa è ancora complicata. Potremo ridurre la quantità di rifiuti bruciati nel momento in cui la maggior parte delle abitazioni sarà riscaldata in maniera autosufficiente”. E quanto alle emissioni: “Abbiamo fatto fare uno studio esterno, tra Pm10 e biossidi  rappresenta lo 0,6% delle polveri in città”.

Fonti alternative per il teleriscaldamento ci sono a Cremona, ha aggiunto Galimberti, ma in una prospettiva più o meno lontana: sicuramente più vicino nel tempo è l’utilizzo del calore degli impianti di depurazione acque di Padania Acque; più lontano perchè gravato dalla difficoltà tecnica della distanza, è invece il recupero di calore dell’acciaieria Arvedi, “il vero problema è l’infrastruttura sotterranea. Per come è messa la nostra città è un impresa complicata”.

“Dobbiamo premere sulle comunità energetiche e vogliamo accelerare su questo al di là dei regolamenti attuativi”, ha infine concluso il sindaco, perorando la causa dei pannelli fotovoltaici anche sui tetti del centro storico. “Ed è vero che ci sono questioni burocratiche di mezzo, ma bisogna fare in modo che tra sviluppo urbano e la tutela dei beni storici si raggiunga un giusto equilibrio, se no finiremo con l’ammirare le bellezze della città avendo ai piedi l’acqua dell’Adriatico”. gbiagi

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