Cronaca

Siccità, per le aziende agricole
cremonesi danno da 78 milioni

Quella di Cremona è stata una delle province più colpite dalla piaga della siccità, con danni per oltre 78 milioni di euro, che hanno riguardato 2.317 aziende agricole: peggio ha fatto solo Pavia, con 172 milioni di euro di danni. Questo quanto emerge da una delibera approvata da Regione Lombardia. Sarà dunque inoltrata al ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali la richiesta di risarcimento.

L’emergenza ha iniziato a concretizzarsi già a partire dal mese di maggio. La Regione Lombardia si è subito attivata per raccogliere le schede relative ai danni subiti dalle aziende agricole non assicurate a copertura dei danni da siccità per l’anno 2022 e sono stati registrati danni totali per 417 milioni di euro a oltre 9 mila imprese del settore.

“Ci auguriamo  che da parte dello Stato arrivi un risarcimento adeguato e in tempi rapidi” ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi. “Questa estate abbiamo fatto un lavoro di squadra con tutti i gestori per garantire all’agricoltura una quantità di acqua che potesse salvare i raccolti. Abbiamo vissuto una crisi idrica senza precedenti. Ora è necessario un grande piano nazionale invasi per affrontare le difficoltà delle prossime stagioni”.

“Per realizzarlo – ha aggiunto l’assessore – servono volontà politica, Regione Lombardia si è già dotata di una legge per incentivare il recupero delle ex cave come bacini irrigui, risorse e soprattutto procedure autorizzative rapide a burocrazia zero. Dobbiamo dare risposte al territorio se non vogliamo che le aziende agricole chiudano”.

“I danni – ha concluso Rolfi – sono arrivati fino al 70% di incidenza in alcune zone. Particolarmente rilevante il dato di Pavia, con perdite significative al comparto del riso. In un periodo di cambiamenti climatici è necessario per il nostro Paese uno scatto in avanti sul tema dell’innovazione agricola per efficientare ulteriormente le risorse idriche. La crisi di quest’anno dimostra la necessità abbattere burocrazia e tabù ideologici che hanno frenato l’evoluzione agricola nel nostro Paese”.

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