Chiesa

Iniziazione cristiana, il vescovo
Napolioni: "Ecco come cambierà"

L’iniziazione cristiana sta cambiando, e così cambiano i percorsi all’interno della chiesa: a dirlo è stato il vescovo Antonio Napolioni nell’incontro di venerdì sera in Seminario, a cui hanno preso parte catechisti provenienti da ogni zona del territorio, e raccontato dal sito della Diocesi. Un momento di riflessione durante il quale è stata presentata la nuova Guida Diocesana, che segna alcuni punti fermi dell’iniziazione cristiana, tra cui la durata del percorso, il coinvolgimento delle famiglie, l’introduzione di esperienze di volontariato e l’integrazione con gruppi e associazioni cristiane all’interno della Chiesa.

“L’obiettivo è quello di fare un progetto il più possibile su misura con la realtà” ha spiegato il vescovo. “Non stiamo cercando di fare di più,, ma di farlo meglio. Magari fare di meno, ma farlo insieme”. I cambiamenti sono necessari perché i percorsi proposti siano calibrati sui bisogni dei bambini e dei ragazzi di oggi, senza timore e senza restare ancorati ad antiche modalità: “Se tutti facciamo quello che si è sempre fatto, allora questa sarà la nostra condanna a morte. Non si può proporre ai ragazzi un catechismo da bambini, ma un cantiere aperto che proponga nuovi linguaggi e nuove esperienza”.

Ad affiancare il Vescovo – in una presentazione a più voci – don Luigi Donati Fogliazza, incaricato diocesano della Pastorale catechistica, don Francesco Fontana, incaricato diocesano della Pastorale giovanile, e una coppia di sposi e genitori, Marta e Gilberto Gerevini.

Don Donati Fogliazza ha presentato il cuore del nuovo progetto: un cambiamento strutturato su un modello in cui le famiglie e le comunità siano pienamente protagoniste, soggetti e non semplici destinatari. Un percorso, dunque, che non si limiti alla formazione propedeutica ai Sacramenti, ma che si concretizzi in vere e proprie esperienze di vita cristiana.

Percorsi che prendono vita anche in ambienti quali gli oratori che, come raccomandato da don Fontana, “possono proporre non solo lezioni, ma anche esperienze che passano attraverso il gioco, il tempo libero, l’impegno e la carità”.

Poi un pensiero di monsignor Napolioni rivolto ai gruppi e le associazioni presenti in parrocchia e insieme alle famiglie, immerse in una quotidianità ormai sempre più frenetica e spesso impossibilitate a vivere una fitta vita parrocchiale. “Io sono contento di vedere se in qualche parrocchia ci si fida anche del catechismo, dell’iniziazione cristiana, accompagnato dentro gruppi associativi”. A questo proposito si inserisce la necessità di integrare il percorso della catechesi in quei gruppi come Scout, Azione Cattolica e via di seguito: “se gli adulti di queste comunità vivono la passione che è del Vangelo e la condividono nella vita parrocchiale, non c’è bisogno che i ragazzi facciano un doppio o un triplo cammino; le famiglie scoppiano e la credibilità delle proposte viene a meno” ha sottolineato il presule.

Si parla quindi di “attuare il progetto diocesano di iniziazione cristiana attraverso itinerari differenziati per gruppi di bambini aderenti ad associazioni come l’Acr o l’Agesci, in modo da favorire l’integrazione dell’esperienza di crescita nella fede con un tessuto di relazioni promettente nella continuità”

In conclusione il fermo avvertimento del Vescovo: “Non intenderò più consentire Cresime se non nel modello deciso. Ci prendiamo un anno o due per il cambiamento, poi non manderò più nessuno a celebrare una Cresima dopo la Comunione. La Diocesi offrirà sussidi, eventi e formazione calibrati a questo progetto”.

In questa scansione trova posto la celebrazione della penitenza nel 4° anno e dei sacramenti di Confermazione e Eucaristia alla fine del quinto (in un’unica celebrazione o preferibilmente con la Confermazione nella celebrazione vigiliare della Parola e a seguire la Messa di prima Comunione). lb

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