Cronaca

Viaggio pagato 2 volte. Salta
il risarcimento, parte il processo

Non sono andate a buon fine le trattative tra le parti per arrivare ad un accordo risarcitorio. Dunque parte il processo nei confronti dell’ex titolare dell’agenzia di corso Mazzini “Le Sartoriali del Viaggio”, Monica Guasti, di nuovo sul banco degli imputati con l’accusa di appropriazione indebita. Per la procura, nel 2017 si sarebbe appropriata della somma di 16.221,89 euro consegnata da Roberto, un cliente, per la prenotazione di un pacchetto viaggio in Papua Nuova Guinea.

Nonostante tra le parti fosse stata concordata una somma risarcitoria, nulla è andato in porto, e oggi in aula è stato comunicato al giudice il fallimento delle trattative. Il procedimento entrerà così nel vivo il prossimo 22 marzo con l’esame dei primi testimoni.

Nell’aprile del 2021 la Guasti, finita nei guai con l’accusa di essersi appropriata del denaro dei clienti, era stata condannata ad otto mesi, pena sospesa, per aver falsificato una cambiale, e assolta dal reato di appropriazione indebita riguardante 4.824 euro consegnati a titolo di rimborso per una mancata effettuazione di un viaggio in Cile, Polinesia francese e Giappone e mai consegnati al cliente.

Ora è di nuovo a processo per il viaggio in Papua Nuova Guinea. Per lo stesso reato in concorso, Fabrizia Busatti, collega della Guasti, è già stata condannata ad un anno e 500 euro. Ora per lei il giudizio è diventato definitivo e dovrà risarcire 18.000 euro.

Quello di Roberto era stato il viaggio più costoso. Una volta arrivato in Papua Nuova Guinea, il tour operator gli aveva comunicato con sua grande sorpresa che il viaggio non risultava pagato. Al cliente era toccato mettere mano al portafoglio e pagare una seconda volta. Nel frattempo Roberto è deceduto. A costituirsi parte civile sono stati la moglie e i due figli.

L’agenzia viaggi della Guasti era stata inaugurata in pompa magna il 14 gennaio del 2017. Nel maggio del 2018, la chiusura: la società era morosa per parecchie mensilità: circa 70.000 euro. E in più c’erano querele, dipendenti e creditori non pagati. L’imputata era stata accusata di essersi appropriata del denaro dei clienti per saldare i fornitori con i quali era indebitata anzichè pagare i tour operator. Alla fine i clienti erano stati risarciti e di conseguenza le querele erano state ritirate.

Sara Pizzorni

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