Elezioni 2022

Elezioni, vittoria centrodestra:
i commenti della politica locale

Foto Sessa

AGGIORNAMENTO – Con le urne ancora calde, arrivano i primi commenti della politica locale. A partire da quello di Fabio Grassani, segretario provinciale della Lega, che sale sul carro dei vincitori con una vittoria schiacciante del centrodestra. “Se il popolo ti ha già detto a chiare lettere di non volerne sapere nulla di ius soli, patrimoniale e altre varie specialità progressiste, puoi anche candidare un professionista di livello come Cottarelli, ma sei destinato a perdere, pure contro una “straniera” come la Santanchè” evidenzia. Non manca però anche una buona dose di autocritica, a un voto, per la Lega, che a livello nazionale l’ha vista perdere parecchio terreno. “Se in pochi anni passi dal 18% all’8 (dal 30% al 15% nel collegio cremonese), significa che una riflessione va fatta, e subito, sul progetto politico, sul messaggio e sugli obiettivi futuri” sottolinea. “Perché dall’8% nazionale puoi sì tornare al 15, ma puoi anche scendere al 3. Diciamo che gli elettori ci hanno voluto dare un “segnale ad alto volume”: occorrerà ascoltarlo. Per esempio, la butto lì, ricominciare a parlare di Nord, al Nord?”.

Dal canto suo Gabriele Gallina, segretario provinciale di Forza Italia, evidenzia che “il Centrodestra ha ottenuto un ottimo risultato, sia a livello nazionale che a livello locale, e ci aspettiamo abbia la responsabilità del prossimo governo del Paese” A fronte di questo, non può mancare un’autoanalisi in merito al risultato del partito, non proprio ottimale: “Forza Italia era abituata ad altri riscontri elettorali, però i sondaggi in queste elezioni ci davano dal 6 all’8%” evidenzia. “Il risultato nazionale dell’8% pertanto non può di certo essere considerato un eccellente risultato, ma è in linea con le aspettative. A livello locale in provincia di Cremona, il risultato elettorale di Forza Italia, come cinque anni fa, rispecchia quello nazionale e quello regionale”.

A trionfare in questa tornata elettorale è stato senza dubbio il partito di Fratelli d’Italia, che per la prima volta approda al Governo e che si trova con un carico di responsabilità non indifferente. “Un risultato positivo e che ci lascia soddisfatti” aggiunge Stefano Foggetti. “Abbiamo fatto poco più del 26% a livello nazionale, mentre qui a Cremona il partito è al 32%. Un risultato che soprattutto al nord era un po’ inaspettato. Credo che abbia convinto la coerenza che il partito ha dimostrato in questi ultimi 10 anni, senza mai entrare in nessun Governo per ottenere poltrone, mantenendo la barra dritta. Non abbiamo mai cercato scorciatoie e questo ci ha fatto prendere anche delle batoste. Ma questo ci ha premiato”. A chi ha gridato al ritorno di un Governo fascista, Foggetti risponde che “non ci sono mai stati pericoli democratici con un Governo di centrodestra. Che potrà prendere determinate decisioni e dare una sterzata al Paese”. In primis “intervenire sul caro bollette e sull’energia elettrica. Riconosco che ha già iniziato a farlo Draghi, e noi andremo avanti. Ma poi bisogna fare una pianificazione di un intervento strutturale, perché non si può vivere di emergenze. Serve una visione di Paese”.

Dall’altra parte, c’è la consapevolezza della sconfitta, da parte del centrosinistra, e soprattutto del Pd, che non si nasconde e riconosce i propri errori. A partire dal segretario provinciale, Vittore Soldo, secondo cui “da una parte aver dato a questo voto la valenza di un referendum su Draghi è stato perdente, dall’altro l’intuizione del campo largo era corretta. Non essere riusciti a mettere in campo questa suggestione è frutto di diversi errori commessi da più parti, giusto che ognuno si assuma la responsabilità della quota parte che gli compete. Ha inciso molto anche il mancato tempo per far prendere forma all’alleanza”. Ma anche una critica al sistema elettorale: “con un sistema proporzionale la storia sarebbe stata molto diversa e non per noi ma per il Paese: qui mi ricollego a quanto scrivevo tempo fa sulla necessità di rivedere la vocazione maggioritaria del Partito Democratico e non per convenienza ma per lettura del paese e poi anche in considerazione del fatto che questo risultato che ci era stato anticipato dai sondaggi dei giorni scorsi, ci da l’immagine di un paese con una situazione politica che rischia di essere ben lontana da essere “di stabilità””.

Anche Stefania Bonaldi, sindaco di Crema e candidato nel proporzionale del Pd, sottolinea come “la sconfitta era annunciata, ma a maggior ragione con questi esiti catastrofici deve mettere radicalmente in discussione il Partito Democratico e il suo modo di fare politica. Magrissima consolazione che il Pd nella competizione per il Senato sia, per un soffio, il primo partito a Crema con il 26,7%, ma per il resto è davvero una debacle”.

Molto critico nei confronti del proprio partito il vice sindaco di Cremona, Andrea Virgilio. “Tanto si era pronti ad avallare qualunque scelta dell’attuale classe dirigente del PD, tanto si è già pronti ora a fornire spiegazioni alla sconfitta e magari altrettanto pronti all’ennesimo congresso che ricollochi i capicorrente, che elegga un nuovo leader da logorare negli anni successivi, che riposizioni quello che rimane delle federazioni provinciali e dunque pronti a ripartire verso una nuova inerzia” evidenzia. “Il Pd deve invece cambiare pelle e, prima ancora di definirsi all’interno di un profilo politico identitario, deve imparare a non essere un solo partito di potere.

L’opposizione dei prossimi anni potrà dare una mano in questa direzione a condizione di non limitarsi a parlare degli altri, di quanto sono antidemocratici e “fascisti” o più o meno adeguati per una possibile alleanza. Occorre invece capire la propria mission nel paese e nel mondo, occorre capirlo questo mondo o almeno provare a comprenderlo, un mondo che ormai  è ben diverso dal 900, dalle sue ideologie e dalle sue culture politiche, perché l’impressione è che in tanti si è ancora aggrappati lì: a un passato da riattualizzare e non a un futuro da generare”.

Ma ad essere soddisfatto è anche Giuseppe Foderaro, segretario di Azione, partito nuovo, che muove i primi passi con un 7,74% a livello nazionale e più o meno lo stesso a livello locale. “La provincia di cremona ha risposto alla richiesta di Azione”. “Abbiamo preso voti nei centri grandi, ma anche nei paesi, dove ci hanno dato credito anche se il partito (essendo giovane) non ha ancora una struttura. Dal punto in cui eravamo partiti, l’impegno di campagna elettorale ha pagato. Credo che presentarsi con un progetto politico nuovo e raccogliere questi numeri faccia ben sperare”.

Bicchiere mezzo pieno, invece, per il Movimento 5 Stelle, come evidenzia Paola Tacchini, che è stata candidata alla Camera “Sono una persona che vede il bicchiere mezzo pieno e non avevo aspettative. Sto rappresentando il Movimento 5 Stelle da anni sul territorio cremonese, anche con battaglie importanti. A livello nazionale sono felicissima di due cose: la prima è che il M5S ha dimostrato di non essere in fase discendente e, la seconda cosa, è che siamo da soli a fare una seria opposizione, senza catene o ricatti”.

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