Ambiente

Addio all'ipotesi porticciolo: recupero
naturalistico da 3,2 mln per la lanca

La lanca Livrini ormai quasi completamente scomparsa, durante il torrido luglio 2022 (foto Sessa)

C’è anche il il recupero naturalistico della Lanca Livrini, di fronte alle Colonie Padane, tra i progetti di ripristino ambientale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po finanziati attraverso il Pnrr per oltre 350 milioni di euro. Nel pieno del Parco sovracomunale del Po, dove era stato addirittura ipotizzato di realizzare un porticciolo turistico, verrà invece ripristinato l’aspetto naturale, mediante un intervento del valore di oltre 3,2 milioni di euro. L’attuale pennello lungo 200 metri verrà abbassato di circa 6 metri, in modo da consentire alle acque del fiume di alimentare la lanca quando il livello tornerà a condizioni “normali”; e per le stesse ragioni il fondo della lanca verrà scavato a profondità variabili da 0 a 7 metri rispetto al livello attuale. Verranno inoltre eliminate le specie vegetali non autoctone che hanno invaso nei decenni la lanca rendendola di fatto un acquitrino e saranno invece inseriti arbusti tipici dell’asta fluviale.

Tutto ciò allo scopo di “ridurre l’artificialità dell’alveo e riattivare un ramo laterale del fiume Po, a partire da una portata di 1000 m3 /s, portata superata mediamente circa 140 gg all’anno”, si legge nella sceda di intervento numero 20 del Piano di Rinaturazione del Po che riguarda complessivamente 56 siti.

Dunque, a distanza di anni dagli ultimi interventi di cementificazione delle sponde con manufatti da tempo inutilizzati, si torna all’antico nella consapevolezza che occorre “ridurre la canalizzazione dell’alveo permettendo l’espansione della corrente in aree golenali in condizioni di piena ordinaria”. Per dirla in termini scientifici, come si legge nella scheda di intervento, gli obiettivi sono “riduzione del condizionamento del sistema naturale e degli effetti generati dalle opere in alveo. Incremento della divagazione laterale del Po. Incremento della funzionalità ecologica attraverso il contrasto alla diffusione delle specie vegetazionali alloctone a favore dell’affermazione delle specie autoctone tipiche delle fasce riparie”.
Più nel dettaglio, l’abbassamento di circa 6 metri della sommità del pennello artificiale consentirà alle acque del fiume di invadere la lanca in condizioni di portate maggiori di 1000 m3 al secondo anziché degli attuali 5000. “Il volume di materiale derivante dall’abbassamento del pennello, pari a circa 35’000 metri cubi, verrà riutilizzato in situ. A tergo del pennello di navigazione si prevede la riapertura di una lanca, che attualmente non risulta essere interessata dal deflusso durante le piene ordinarie”.
Lo scavo del fondale produrrà un volume di circa 130mila metri cubi di materiali di cui il 25% verrà utilizzato in loco (entro 5 km) “per la formazione dei pennelli finanziati dal MIMS, per imbottimento a tergo di difese e ripascimento di buche, mentre il 75% del volume sarà in esubero”.
“Una bella notizia per il nostro fiume che necessita di interventi diffusi”, afferma il vicesindaco Andrea Virgilio. “A breve ci incontreremo con gli altri comuni posti lungo l’asta del Po per coordinare gli interventi, che comunque sono in capo all’Autorità distrettuale di bacino. Quello di lanca Livrini infatti non è l’unico progetto di rinaturazione previsto nel Piano”. Le schede riguardano ad esempio anche le località rivierasche di Spinadesco (con Monticelli d’Ongina sulla sponda destra), Gerre de Caprioli, Stagno Lombardo, Pieve d’Olmi, Gussola. gbiagi

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