Cronaca

Delitto di Morena: in Appello
22 anni e 6 mesi al marito

Ad Eugenio Zanoncelli, 58 anni, accusato dell’omicidio volontario della moglie Morena Designati, 49 anni, uccisa la sera del 24 giugno del 2020 nella loro villetta in via De Nicola a Palazzo Pignano, i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Brescia hanno ridotto la pena. Non più ergastolo, inflitto in primo grado a Cremona il 22 novembre scorso, ma 22 anni e 6 mesi di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche. Per l’imputato, il procuratore generale aveva chiesto 23 anni.

La vittima

Morena Designati, affetta dal 2015 da sclerosi multipla, era stata colpita dal marito con un pugno in volto e con un colpo di stampella. La donna era morta in seguito ad insufficienza cardio circolatoria. I colpi sferrati dal marito non sarebbero stati idonei, da soli, a causarne il decesso, ma hanno aggravato la condizione cardio circolatoria della donna. Quei colpi, quindi, sarebbero stati fatali alla vittima, già magrissima, malnutrita e debilitata dalla malattia.

Per i magistrati di primo grado, la Designati, vittima della manie di controllo del marito, si sarebbe potuta salvare se la sua patologia fosse stata tenuta sotto controllo con le dovute cure. Zanoncelli, colpendola, non poteva non prevedere le conseguenze nefaste che ne sarebbero derivate su un corpo così debole.

L’Appello, invece, ha riconosciuto il dolo eventuale, e cioè l’uomo ha accettato il rischio che la moglie, con quei colpi, potesse morire.

A sua volta la difesa, rappresentata dall’avvocato Maria Laura Quaini, aveva insistito sull’omicidio preterintenzionale, sostenendo la non intenzione, da parte dell’imputato, di uccidere la donna.

Nel processo si era costituito parte civile Andrea, 14 anni, il figlio della coppia. Ad assisterlo, l’avvocato Micol Parati e il curatore speciale Maria Luisa Crotti.

Sara Pizzorni

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