Cronaca

"Indegno" ad esporre "Il Quarto
Stato". Via il quadro da "Il Foppone"

Si sarebbe impossessato di una riproduzione del dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo dal titolo “Il Quarto Stato”, un “olio su tela” realizzato tra 1898 e il 1901 raffigurante le rivendicazioni dei lavoratori di fine Ottocento e conservato nella Galleria d’Arte Moderna di Milano. Gianluca Rossi, 32 anni, di Cremona, accusato di furto aggravato, quel quadro lo avrebbe rubato nel 2019 a Claudio Violanti, titolare dell’osteria “Il Foppone” di Cremona dove il quadro era esposto in bella mostra nella sala principale. Oggi in udienza, Violanti si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi, mentre Rossi è assistito dall’avvocato Sergio Pezzucchi. Il processo, con il rito abbreviato, sarà celebrato il prossimo 22 febbraio.

L’avvocato Cortellazzi

“Il Quarto Stato”, Violanti, noto ristoratore cremonese, l’ha sempre portato con sé in ogni suo locale, tanto per ragioni affettive, quanto ideologiche. E così ha fatto anche al Foppone, dove la riproduzione era appesa davanti al bancone. Un giorno di maggio di tre anni fa, approfittando dell’assenza del titolare, mentre i dipendenti stavano facendo le ultime pulizie prima di chiudere, l’imputato, cliente de “Il Foppone”, avrebbe portato via il quadro dal locale. Al fatto, come indicato nell’atto di costituzione di parte civile, avrebbe assistito un cliente che si era attardato ad uscire. Peraltro lo stesso Rossi, storico esponente del centro sociale Dordoni, lo avrebbe ammesso a Violanti, spiegando di aver agito così in quanto il ristoratore non sarebbe stato più degno di tenerlo, reo, secondo l’imputato, di aver accolto e servito a cena qualche sera prima, il 18 maggio, Diego Ratti, già segretario provinciale del Movimento Sociale Italiano ed esponente della destra storica cittadina, all’epoca candidato sindaco alle elezioni comunali.

“Vano”, scrive nell’atto di costituzione di parte civile l’avvocato Cortellazzi, “il tentativo di far comprendere a Rossi che i gestori dei pubblici esercizi non hanno la facoltà di scegliere liberamente se accettare o rifiutare un cliente”, nè la spiegazione che “chiunque, pur avendo idee politiche differenti dalle nostre, ben possa essere una degna persona, e laddove si porga in maniera civile ed urbana, non sia nè corretto, nè educato negare l’accesso in un locale pubblico a Ratti, tra l’altro persona di oltre 70 anni”.

L’imputato non si è mai più fatto vedere nel locale e Claudio Violanti non è più rientrato in possesso della copia de “Il Quarto Stato”. Non avendo mai ottenuto risposta circa la richiesta di restituzione del quadro, il ristoratore si è visto costretto a passare alle vie legali.

Sara Pizzorni

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