Chirurgia toracica, convenzione
con Spedali Civili di Brescia
Asst di Cremona e di Brescia alleate in un progetto di collaborazione che vede le Unità Operative di Chirurgia e Pneumologia dell’Ospedale di Cremona lavorare in sinergia con l’Unità Operativa di Chirurgia Toracica degli Spedali Civili di Brescia.
Lo annunciano in modo congiunto Giuseppe Rossi (Direttore Generale Asst di Cremona) e Massimo Lombardo (Direttore Generale Asst Spedali Civili di Brescia) insieme a Gian Luca Baiocchi (Direttore UO Chirurgia Asst di Cremona), Franco Fumagalli (referente Chirurgia Toracica Ospedale di Cremona), Monia Betti (Direttore f.f. UO Pneumologia Asst Cremona), Mauro Benvenuti (Direttore UO Chirurgia Toracica Asst Spedali Civili di Brescia) e Enrico Storti (Direttore dipartimento Emergenza e UO Anestesia e Rianimazione Asst Cremona).
L’obiettivo? Attraverso la messa in comune di professionalità differenti e reciproche esperienze, promuovere lo sviluppo della Chirurgia Toracica a Cremona per avvicinare la cura al paziente. In questo modo, infatti, sarà possibile garantire l’impiego delle metodiche chirurgiche più innovative oggi disponibili ed evitare di trasferire i pazienti in altre strutture. Inoltre, in presenza di particolari necessità, per i casi più complessi, il paziente potrà fruire di un accesso di Brescia, dotato di sale ibride e della migliore tecnologia robotica.
“Al nuovo ospedale bisogna arrivare pronti e la convenzione stipulata con l’Asst Spedali Civili di Brescia rappresenta un tassello importante per lo sviluppo della Chirurgia Toracica di Cremona, specialità indispensabile per ottenere il Dipartimento Emergenza e Accettazione (DEA) di II livello”, spiega Rossi. “Collaborare con l’équipe del professor Mauro Benvenuti – che vanta un expertise importante (oltre 600 interventi all’anno) – è un’occasione di crescita professionale e al contempo ci permette di allargare l’offerta di servizi al cittadino in un ambito di grande rilevanza clinica”.
“Non a caso il nuovo Poas (Piano Organizzativo Aziendale Strategico) prevede una struttura complessa di chirurgia toracica che si occuperà del percorso diagnostico terapeutico della patologia polmonare oncologica, delle emergenze chirurgiche toraciche e di tutte le patologie toracopolmonari, nonché dell’attività ambulatoriali pre e post-chirurgica. In tal senso – conclude Rossi – la partnership con Brescia ci consentirà nel tempo di essere altamente qualificati e autonomi anche in questa specialità. Grazie alle capacità e alla tenacia del professor Baiocchi e dei suoi collaboratori”.
“Questa collaborazione – spiega Baiocchi – porta a Cremona una esperienza e una professionalità maturata negli ultimi quattro decenni agli Spedali Civili di Brescia. Inutile dire che è un’enorme opportunità sia per i cittadini che per i nostri professionisti: in primo luogo, perché per la maggior parte delle casistiche legate alla chirurgia toracica non sarà necessario rivolgersi ad un’altra struttura; in secondo luogo, il lavoro di squadra tra le due équipe potrà dare la sicurezza ai pazienti di essere curati da medici ultra-specializzati e sempre aggiornati”.
“L’idea di base della convenzione è quella di mettere a disposizione le nostre competenze specialistiche sia nella fase diagnostica sia nella pratica chirurgica, con il solo scopo di individuare il miglior percorso di cura per il paziente”, sottolinea Benvenuti. “La convenzione prevede la nostra presenza nelle sale operatorie di Cremona una volta a settimana per interventi di routine di alto profilo. Per i pazienti particolarmente delicati o per la necessità di centratura di piccoli noduli con tecniche interventistiche radiologiche o con radioisotopi in sale ibride, nonché per l’utilizzo di tecniche Robotiche di avanguardia – funzionali a tutte le tipologie di interventi di chirurgia toracica – è contemplato l’accesso del paziente all’ospedale di Brescia”.
La chirurgia toracica di Brescia, infatti, vanta un’esperienza quarantennale. “Non si occupa solo di chirurgia oncologica (tumori del polmone, metastasi polmonari, mesotelioma pleurico, tumori del mediastino)” precisa Benvenuti, “ma di tutte le branche afferenti a questa specialità, quali la chirurgia ricostruttiva, traumatologica e infiammatoria. Inoltre, è funzionale anche al trattamento di malformazioni congenite e acquisite della parete toracica”.
“Collaborare con Cremona rappresenta un motivo di orgoglio e accresce il valore della nostra professione che trova nella condivisone delle competenze la sua massima espressione a favore dei pazienti” conclude Benvenuti.
“La partnership con Brescia è perfetta per integrare le competenze per il trattamento e la cura delle patologie toraciche maligne e benigne” afferma Betti. “L’approccio per il trattamento di questo tipo di patologie è personalizzato e viene discusso da un gruppo multidisciplinare a cui partecipano i colleghi della chirurgia toracica di Cremona e di Brescia e diversi specialisti: pneumologo, oncologo e radioterapista. Per la parte diagnostica collaborano con noi i colleghi di radiologia e anatomia patologica”.
“Posso dire che aver attivato questa collaborazione è un sogno che si avvera. Completare il percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale (PDTA) per il trattamento delle patologie toraciche ci permette di organizzare il piano di cura all’ospedale di Cremona (prima visita, esami diagnostici, intervento, ricovero e visite di controllo). In altre parole, il paziente che sceglie di curarsi da noi rimane nella nostra struttura per affrontare le diverse fasi del percorso” conclude Betti.
Anche le tecniche anestesiologiche, negli anni, hanno subito una importante evoluzione e l’Asst di Cremona è decisamente al passo con i tempi, precisa Storti: “L’implementazione degli interventi di chirurgia toracica ci consente di spendere le nostre competenze anestesiologiche e affinare la tecnica grazie ad una casistica più complessa”.
“Per la nostra équipe, la convenzione con Brescia rappresenta un’occasione per promuovere il miglioramento continuo della prestazione – continua Storti -. Il vero scopo è rendere l’anestesia più tollerabile per il paziente e quindi alzare il suo livello di soddisfazione. Le nuove metodiche – quando possibile – sono infatti meno invasive e favoriscono un decorso post-operatorio più rapido e agevole”.
L’attività di Chirurgia Toracica si è iniziata a svolgere a Cremona in modo continuativo a partire dal 2010, fatta eccezione del periodo pandemico. Da allora ad oggi sono stati effettuati 475 interventi.
“All’inizio la tecnica più usata è stata quella open, che implicava l’apertura del torace. Nel 2016 – grazie ad una prima convenzione con la chirurgia toracica dell’ospedale Carlo Poma di Mantova – precisa Fumagalli – è stato possibile migliorare le nostre tecniche operatorie al punto che, da allora, quasi tutti gli interventi maggiori sono stati effettuati con approccio toracoscopico (o mininvasivo), particolarmente favorevole al paziente dal punto di vista del controllo del dolore postoperatorio”.
“Ringrazio tutti colleghi di Mantova ed in particolare il direttore dell’UO di Chirurgia Toracica professor Andrea Droghetti per l’impegno professionale ed umano dimostrato durante la nostra collaborazione. Questo ha portato l’équipe cremonese ad un livello professionale tale da poter affrontare la nuova esperienza professionale con Brescia, uno dei principali poli lombardi, senza timore”.
Il primo intervento effettuato in partnership con Cremona si è svolto su un paziente con diagnosi di empiema pleurico (infezione cronica del cavo pleurico) e fibrotorace retraente. Il quadro clinico, inoltre, era compromesso da un emotorace (sanguinamento).
“In sala operatoria – spiegano Benvenuti e Fumagalli – è stata praticata una toracotomia minima e video-assistita che ha consentito di effettuare una pleurectomia e una decorticazione polmonare. In sintesi, si è trattato di un intervento di chirurgia di salvataggio di un polmone fortemente compromesso che rischiava di essere perso, al quale invece è stata restituita la sua funzione”.
Fondamentale l’intervento anestesiologico, anche in questo caso “effettuato secondo le tecniche più moderne attraverso il blocco fasciale erector spinae che interessa solo un lato del corpo, quello da operare” spiega Fabiola Harizaj (Anestesista). “Il paziente viene addormentato e intubato con tubo a doppio lume che permette di mantenere la ventilazione mono polmonare a favore del lavoro del chirurgo che, in questo modo, può operare su polmone sgonfio”. Altro aspetto importante riguarda la scelta dei farmaci: “Per evitare la depressione respiratoria non sono stati utilizzati oppioidi con un duplice vantaggio: facilitare il recupero della funzione respiratoria e la possibilità di mobilizzare e riabilitare precocemente il paziente” conclude Harizaj.