Cronaca

Un'estate di virus: 12 casi di West Nile
e 5 di Vaiolo delle scimmie

12 casi di West Nile Virus (4 donatori e 8 persone sintomatiche) e 5 di Vaiolo delle scimmie: questo il bilancio dell’estate cremonese, che ha purtroppo visto anche delle vittime. Un lavoro intenso per l’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats ValPadana, diretta dal dottor Luigi Vezzosi.

“E’ stata un’estate impegnativa dal punto di vista dlle segnalazioni di West Nile: tra Cremona e Mantova ne abbiamo ricevute una cinquantina. A questo proposito vorrei ringraziare i colleghi per il lavoro fatto a monte, che ci ha permesso a volte di confermare l’infezione e di allertare i sindaci affinché avviassero gli interventi di disinfestazione. Ma ringrazio anche i miei collaboratori, che hanno lavorato molto per garantire supporto alle inchieste epidemiologiche”.

Dei cinquanta casi segnalati, a Cremona sono 12 i casi confermati, di cui 4 in donatori e 8 sintomatici, alcuni con forme neurologiche. Di questi c’è stato anche una vittima, oltre al morto di Castelverde, caso fortemente sospetto ma non confermato (in quanto è morto prima dell’arrivo dei risultati).

Rispetto agli anni scorsi la circolazione del virus è stata più elevata, “forse anche a causa delle temperature più alte che hanno portato la gente a trascorrere più tempo all’aperto” spiega ancora il medico. “L’andamento è stato simile a quello del 2018. Non sono stati rilevati cluster in provincia di Cremona, mentre ne abbiamo individuato uno in provincia di Mantova, dove sono state rafforzate le misure di disinfestazione”.

Situazione in divenire anche per quanto riguarda il vaiolo delle scimmie. “Attualmente l’infezione è in atto in tre persone, che ora stanno comunque bene e che presto faranno visite di follow up per certificare la negatività. Altri due sono i guariti, per un totale di cinque casi riscontrati” spiega Vezzosi.

A questo proposito, dal 1 settembre è attiva la possibilità di prenotarsi nei centri di Mantova e di Cremona per la vaccinazione, ulteriore forma di prevenzione oltre a quelle già previste di isolamento ed eccezionalmente di quarantena dei contatti.

“L’allarme è stato lanciato dall’Oms, in quanto si tratta di un virus nuovo, una zoonosi, e non è chiaro il motivo per cui i casi siano aumentati esponenzialmente nel mondo. C’è quindi grande attenzione al fenomeno, senza però cadere nell’allarmismo. Per ogni caso sospetto è obbligatorio fare accertamenti molecolari, che vengono eseguiti nei laboratori di Pavia e del Sacco di Milano”.

Insomma, il lavoro per chi si occupa della prevenzione delle malattie infettive è sempre più impegnativo, soprattutto se si considerano i due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova le strutture sanitarie. “Fortunatamente oggi siamo in una fase di calo dell’infezione da covid, e speriamo che rimanga così, perché questo ci consente di concentrarci anche su altre attività di prevenzione. Come ho spesso ripetuto, infatti, non c’è solo il Covid, e anche in questi anni noi abbiamo sempre garantito un presidio per tutte le malattie infettive. C’è poi da dire che la pandemia ha aumentato l’attenzione su questo tema e ha portato a un miglioramento della diagnoistica di laboratorio”.

Insomma, i virus sono una minaccia non indifferente, che sta tornando a diffondersi: “Un po’ per i cambiamenti climatici, un po’ per l’aumento dei fenomeni migratori, che aumenta la circolazione dei virus, stiamo assistendo al ritorno di patologie che erano ormai quasi debellate in Italia” conclude Vezzosi.

“Il 2022 è stato un anno intenso dal punto di vista sanitario, e per i prossimi mesi ci aspettiamo una stagione influenzale impegnativa, come già visto in Australia, con un picco anticipato dei casi. Senza contare che rimane l’incognita del Covid, con il cambiamento delle misure di prevenzione”.

Laura Bosio

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...