Cronaca

L'affitto scadrà a dicembre, la Prefettura
sonda il mercato per una nuova sede

Avviata una ricerca di mercato (finora senza risultati) per trovare spazi alternativi più performanti sul piano energetico e possibilmente di minor costo rispetto all'affitto attuale, pari a circa 230mila euro l'anno. Per ora nessun riscontro

Le necessità di operare tagli alla spesa da parte della Pubblica amministrazione e al tempo stesso di trovare spazi operativi più adeguati, hanno spinto la Prefettura di Cremona ad avviare un’indagine di mercato per sondare la possibilità di trasferirsi in un’altra sede. Con la fine dell’anno scadrà il contratto d’affitto in essere e in vista di possibili aggravi, la Prefettura ha avviato una ricerca di mercato per reperire un nuovo immobile. Requisiti essenziali: superficie lorda di 3600 metri quadrati, di cui 2700 da destinare agli uffici e poco meno di 1.000 agli alloggi; e canone di affitto che non superi i 262.427 euro. Tanto quanto gli uffici periferici del Ministero degli Interni spendono per il palazzo di corso Vittorio Emanuele II, dove risiede il Prefetto e dove si trovano gli uffici.

L’edificio, lo stesso in cui ha sede anche la Provincia, è gestito dal 2012 da una società finanziaria, attraverso il Fondo immobiliare Eridano, istituito durante il mandato di Massimiliano Salini. Stessa sorte ha avuto la quasi totalità dei beni immobili della Provincia di Cremona, inclusi il complesso dell’ex monastero di santa Monica, il palazzo dell’ex Genio Civile di corso Vittorio Emanuele, l’ex provveditorato di piazza 24 Maggio. Un sistema, quello del trasferimento al Fondo, che ha consentito alla Provincia di non dover provvedere ai costi di gestione ordinaria, ma che la costringe ogni anno a pagare un affitto per immobili che giuridicamente sono ancora suoi, semplicemente trasferiti al soggetto che opera in Borsa.

E così accade che l’ente abbia una spesa media annuale di circa 1 milione e 300mila euro (dati 2017) a beneficio del fondo Eridano per pagare gli affitti degli immobili trasferiti e ancora utilizzati per fini propri o di altre istituzioni.

Tornando alle richieste della Prefettura, l’immobile ricercato dovrà trovarsi nel territorio del capoluogo ed avere già tutti i requisiti di legge e le certificazioni per poter essere agibile, con specifica destinazione ad uffici aperti al pubblico.

Il risparmio energetico sarà una priorità e quindi l’edificio dovrà presentare idonee soluzioni come coibentazione delle pareti, isolamento termico delle pareti, coibentazione e, meglio ancora, energia alimentata a pannelli fotovoltaici.

Il primo avviso per manifestazione di interesse, scaduto il 30 giugno, si è chiuso senza nulla di fatto: nessuna offerta è stata presentata.

Altre sono le novità che riguardano gli uffici decentrati dei Ministeri: è ormai una certezza e attende solo di essere realizzato, il trasferimento di Questura e Polizia Stradale in via Sesto, al posto del Politecnico che andrà a sua volta nella recuperata caserma Manfredini. Lasciando vuoti due grandi contenitori, uno l’attuale sede di via Tribunali, in centro città e l’altro, la caserma Marconi di  via Massarotti, leggermente più decentrato. Il walzer degli immobili pubblici insomma sta per iniziare.

gbiagi

 

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