Cronaca

Sos rincari sulla pelle dei cittadini
L'appello dei sindaci ai candidati

(foto di repertorio)

“Raccogliendo la condivisibile proposta avanzata che la campagna elettorale che porta alle prossime elezioni del 25 settembre sia fatta su temi e questioni di merito e non ideologiche”, alcuni sindaci “espressione del territorio”, hanno diffuso – inviandolo anche in Prefettura – un appello a tutte le forze impegnate nella corsa alle prossime elezioni politiche. Si tratta “di avanzare queste riflessioni ed una proposta di incontro a tutti i candidati dei collegi che coinvolgono la nostra provincia, in merito ad un tema che riteniamo assolutamente prioritario e che mette a rischio i bilanci dei comuni e la loro sopravvivenza, vale a dire quello dei costi dell’energia”.

A firmare l’appello Roberto Mariani (Stagno Lombardo), Michel Marchi (Gerre de’ Caprioli), Diego Vairani (Soresina) e  Carlo Angelo Vezzini (Sesto ed Uniti) che spiegano come “già con alcuni sindaci nel mese di novembre abbiamo proposto una mobilitazione degli enti locali cremonesi su questo tema, percependone la gravità ed i drammatici riflessi sulle nostre amministrazioni, ma purtroppo questo grido di allarme, è stato forse sottovalutato o snobbato, o magari etichettato come iniziativa di parte, dimenticando che tale problema non investe solo alcune amministrazioni in base al colore politico, ma coinvolge indistintamente tutti i comuni italiani”. I sindaci credono “che questo debba essere un tema centrale della campagna elettorale in atto, se si pensa ad una politica per i territori ed i candidati, di qualsiasi parte politica, debbano assumersi impegni ed azioni da portare ai tavoli deputati, in caso vengano eletti”.

“Il problema dei costi energetici – evidenziano – è sicuramente all’ordine del giorno e molto conosciuto da tutti i cittadini, ma purtroppo notiamo una scarsa informazione per quelle che sono le ricadute di questi rincari sul mondo delle autonomie locali. E’ sicuramente un problema importante e vitale per le aziende, per le attività produttive e per le famiglie, ma è un problema enorme anche per noi comuni. Basti pensare che a carico dei nostri bilanci vi sono i costi dell’illuminazione pubblica, del riscaldamento degli uffici comunali, delle scuole, dei centri sportivi, degli ambulatori medici, delle palestre ecc. ecc…, per non parlare poi delle ricadute sui servizi sociali che tali rincari hanno a seguito delle difficoltà che ingenerano nelle famiglie che appunto si rivolgono poi ai nostri servizi per richiedere sostegni”.

I quattro “lanciano questo grido d’allarme perché la situazione dei comuni venga messa sullo stesso piano di tutte le altre realtà” e “tengono a dare alcuni dati, giusto perché nulla ci si inventa, per quanto riguarda l’energia elettrica gli aumenti hanno un aumento medio medio da luglio 2021, in una forbice che varia dal 200% al 300%, mentre per quanto riguarda i costi del gas l’aumento varia in una media ricompresa dal 80% al 100%, questi sono i numeri”.

“E’ vero – ricordano – che il governo ha stanziato, in base ad alcuni astrusi calcoli, dei ristori con due decreti, che ci consento a coprire a malapena due bollette. Proprio per questo ci siamo trovati ad ingegnarci sul come fare a coprire questi costi, e le strade sono semplici, tagliare servizi, aumentare la pressione fiscale, ma che per piccoli comuni come i nostri seppur aumentata non va di certo a coprire i maggiori costi da sostenere, non dimenticando che alcune attività, visti i rincari, rischiano davvero di dover scegliere cosa pagare, e quindi con il rischio concreto di avere minori entrate per i comuni”.

Quindi aggiungono: “Nessuna di queste strade abbiamo seguito, essendo coscienti del momento drammatico che stanno vivendo le famiglie e le attività dei nostri territori, infatti nella stragrande maggioranza dei casi abbiamo deciso di utilizzare i fondi derivanti dagli avanzi di amministrazione, fondi che potrebbero invece essere utilizzati per spese di investimento dei nostri paesi. E’ chiaro che operazioni del genere hanno il fiato corto, l’avanzo un anno puoi averlo, e l’anno dopo anche no, e qui sorge spontaneo porsi un quesito, come potremo chiudere con bilanci in equilibrio questo 2022? Ma sopratutto come potremo mai impostare i bilanci di previsione per il prossimo anno?
La risposta è molto semplice e drammatica allo stesso tempo, impossibile”.

Mariani, Marchi, Vairani e Vezzini rivelano: “Sappiamo di certi comuni che hanno iniziato con lo spegnimento della illuminazione pubblica dalla mezzanotte, con lo spegnimento del riscaldamento nelle palestre, ma la domanda è se è questo che vogliamo veramente oppure riteniamo che l’illuminazione pubblica debba rimanere accesa per motivi di sicurezza, oppure i nostri ragazzi facciano sport in ambienti accoglienti”.

“Questa – dicono ancora – non vuole essere la solita lamentela del sindaco piagnone di turno, riteniamo che non debba passare il luogo comune che l’ente pubblico comunque spreca sempre e può trovare risorse in ogni dove, assicuriamo che non è così, sopratutto nelle piccole e medie realtà amministrative, dove si cerca sempre un importante equilibrio sulla gestione delle risorse. Paventiamo due rischi concreti all’orizzonte se questo tema non diviene centrale, il primo che diversi sindaci restituiscano le chiavi del comune ai Prefetti, il secondo che nella prossima tornata amministrativa che vi sarà nel 2024, nessuno si metterà a disposizione per eventuali candidature”.

I sindaci quindi concludono: “Chiudiamo quindi come abbiamo iniziato cercando di mettere in evidenza che oltre ai soggetti noti che stanno subendo i rincari energetici, ci sono anche drammaticamente i comuni, e che anche noi sindaci siamo disponibili a pubblicare le bollette e le relative fatture per far giustamente capire, come hanno fatto altri, che la situazione è insostenibile.Per tutti questi motivi lanciamo e ribadiamo una proposta forte a tutti i candidati di tutte le forze politiche dei nostri collegi, ad incontrarci per parlare nel concreto di questo cose che magari a molti sfuggono”.

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