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Gelmini: "L'Italia deve tornare
a produrre per redistribuire ricchezza"

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Maria Stella Gelmini, Ministro per gli affari regionali e le autonomie, ospite a Cremona1 questo pomeriggio, per spiegare le ragioni dell’addio a Forza Italia e l’adesione ad Azione di Carlo Calenda, e i punti programmatici del partito con il quale è candidata alle prossime elezioni nel collegio plurinominale del Senato di cui fa parte anche Cremona.

Il Terzo Polo, di cui Azione costituisce il nocciolo duro insieme ad Italia Viva, “non è un cartello elettorale, ma un progetto politico che si propone di riempire un vuoto che esiste da troppo tempo”, ha detto Gelmini, intervistata da direttore dell’emittente Guido Lombardi.

Il Terzo Polo ha raggiunto in poche settimane l’8% secondo i sondaggi, un piazzamento insperato all’inizio dell’avventura politica di Calenda all’indomani della rottura con il Pd di Letta.

“Non potevo fare altro, a malincuore, che lasciare Forza Italia – ha detto tra l’altro Gelmini  – nel momento in cui FI ha deciso di far cadere il governo guidato dall’uomo più autorevole a livello nazionale e internazionale e proprio nel momento in cui l’Italia avrebbe avuto più bisogno di avere una guida solida, anche per portare a casa un tetto al costo del gas”.

I problemi sul tappeto sono molti altri: l’inflazione salita al’8%, caro materie prime, caro energia, transizione ecologica difficoltosa, giovani che faticano a trovare lavoro: “Di fronte a tutto questo mi sarei aspettata che si desse a Draghi la possibilità di completare la legislatura, in modo poi da affrontare una campagna elettorale ordinata”. Al contrario di chi fa “slogan e promesse che non si possono mantenere perchè poi ci sono i coni dello Stato. Certa politica italiana fugge talmente dall’impegno di governo, che preferisce  una campagna elettorale estiva piuttosto che portare avanti il percorso faticoso ma indispensabile delle riforme e degli investimenti”.

Terzo Polo come casa dei moderati, quindi, dei riformisti e liberali, lontani dalla destra che “rischia di isolare l’Italia dell’Europa”. Tra i punti programmatici ci sono le riforme (giustizia e fisco in primo luogo), le infrastrutture e tutto quanto può favorire la crescita: “C’era chi voleva abolire la povertà da un balcone attraverso il reddito di cittadinanza, questo ha drenato milioni di euro, ma la povertà non è stata abolita. Vogliamo redistribuire una ricchezza che il Paese non produce più, invece occorre produrre questa ricchezza. Poi è chiaro che non si può abbandonare chi è rimasto indietro”.

“La destra – ha aggiunto Gelmini –  oggi è guidata da Meloni e Salvini, la scelta è tra la possibilità di avere Meloni come presidente del consiglio e la continuità con Mario Draghi. Renzi e Calenda sono gli unici leader ad aver detto che se dovessero vincere le elezioni, a palazzo Chigi proveranno a sostenere la permanenza di Draghi. Non è più il tempo di sperimentare, di imparare ‘come si fa’ il presidente del Consiglio. In quel ruolo ci vuole chi lo sa già fare”.

“Attraverso i bonus e lo sperpero di denaro pubblico si è cercato di comprare il consenso, ma nel contesto di crisi nazionale e internazionale questo non è più accettabile, occorre liberare le energie, le eccellenze di questo Paese”.

Gelmini ha poi ricordato alcune azioni del governo Draghi  a favore dell’efficientamento del sistema Italia, come lo snellimento delle procedure per le autorizzazioni degli impianti di energia da fonti rinnovabili e la semplificazione dei processi nella pubblica amministrazione e ha rivendicato il merito di Renzi nell’aver fatto cadere il governo Conte. “C’è invece chi ha utilizzato le istituzioni come se fossero il tinello di casa propria, come ha fatto Salvini facendo cadere Draghi, e solo per avere un consenso elettorale”, ha aggiunto. Ricordando inoltre che uno degli effetti nefasti della crisi di Governo è lo stallo della legge quadro sulle autonomie che proprio le regioni a trazione leghista (in primis Lombardia e Veneto, ma poi se ne sono aggiunte altre) avevano auspicato.

No alla patrimoniale di cui parla il centrosinistra, sì all’abolizione dell’Irap e alla riforma fiscale e ovviamente sì ai rigassificatori, sono alcuni dei punti programmatici contenuti nell’intervista, in onda in versione integrale su Cremona1 questa sera alle 19,50 e in replica alle 22,50.

Giuliana Biagi

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