Cronaca

Lorenzin: "Inaffidabile chi ha
sostenuto i no green pass"

Antonella Forattini e Beatrice Lorenzin intervistate dal giornalista Giovanni Palisto

La sanità al centro del dibattito della penultima sera di Festa dell’Unità all’ex mercato ortofrutticolo, con Beatrice Lorenzin, deputata del Pd ora in corsa per la Camera in Veneto e già ministro della Salute e Antonella Forattini, consigliera regionale candidata nel collegio plurinominale della Camera. Uno dei temi forti su cui punta la campagna elettorale del Pd e della sinistra, dopo i due anni di  emergenza pandemica che hanno messo in luce le carenze del sistema sanitario lombardo.  Su questo ha insistito Forattini, ricordando ad esempio come in Lombardia solo un mese fa sia stato approvato un piano pandemico . “La pandemia ha messo in evidenza un sistema che ha puntato molto sull’ospedale più che sul territorio e in particolare sull’ospedale privato, non tanto sul pubblico. Le risorse che magari potevano essere destinate ad ampliare l’offerta nei nostri ospedali, hanno preso una direzione diversa”. Tra i nodi critici evidenziati, la mancata attivazione della lista unica per le prenotazioni, il che significa liste d’attesa anche di un anno per certe prestazioni, “perchè la sanità privata sceglie solo quelle più remunerative”. Le risorse del Pnrr in Lombardia “vengono utilizzate per ricostruire le strutture intermedie che altrove esistono già e che adesso quindi possono essere riempite di servizi”, mentre qui in Lombardia si dovrà partire da zero. “Noi in Lombardia abbiamo ancora le Ats – ha aggiunto poi – che avrebbero dovuto essere abolite, ma questo avrebbe comportato una perdita di posti dirigenziali di nomina politica e il risultato è che sono rimaste, seppure svuotate di funzioni”. Tant’è che, “l’Ats Val Padana durante la pandemia non è riuscita a garantire il tracciamento neppure nei primi giorni”.

I toni si accendono quando Lorenzin ripercorre le ragioni di questa campagna elettorale e critica chi non è assunto la responsabilità di gestire una situazione gravissima come quella sanitaria: “Il governo  Draghi è stato fatto cadere mentre stava affrontando una serie di grandi crisi: pandemia, inflazione che già ci stava mordendo da mesi, e poi l’energia. Cascando Draghi viene meno lo scudo dell’Italia rispetto all’enorme debito e agli attacchi speculativi. In questo contesto, la campagna elettorale che stiamo vedendo mostra un fenomeno di rimozione di massa per cui i leader sparano qualsiasi cosa, anche rinnegando e nascondendo sotto il tappeto quello che hanno combinato negli ultimi anni. Per questo né Meloni né Salvini parlano di salute. Come fanno a parlare di salute i due leader della destra conservatrice sovranista d’Europa, che sono stati contro i vaccini e contro il green pass? Sono gli stessi che sono venuti in aula con i cartelli, sono andati in piazza a Trieste con i portuali, hanno sfilato con i no vax… ce lo siamo dimenticati? Vorrei capire chi faranno ministro della sanità se dovessero malauguratamente vincere”.

Ricordato anche il caso di Stamina, “la più grande truffa al sistema sanitario nazionale”, così l’ha definita Lorenzin che all’epoca era ministro, “e tra i suoi fautori c’era la Lega”.

“Che affidamento danno questi leader politici incapaci di prendere decisioni chiare e nette anche di fronte alla più grande catastrofe sanitaria che il mondo ha visto negli ultimi 70 anni?” ha aggiunto.

Proprio per i trascorsi di Lorenzin al Governo, quando da ministro rese obbligatori alcuni vaccini in età pediatrica, era prevista in serata una contestazione da parte dei no vax – no green pass cremonesi, che poi non c’è stata.

Tra gli altri temi affrontati nel dibattito, “la carenza di medici. E’ un problema non soltanto italiano, c’è anche in Europa e il nostro personale sanitario, che è bravo, se ne va dove lo pagano di più. Ho fatto un calcolo, ci vorrebbero 5 miliardi di euro per rendere sostenibile  e veramente vicino a tutti cittadini il servizio sanitario pubblico, attraverso un piano sanitario che preveda assunzioni di medici e infermieri, migliori stipendi,  investimenti per le cure domiciliari e sulla prevenzione, accesso ai farmaci innovativi. Non è una cifra esagerata rispetto ad esempio alla quanto costa la flat tax di Salvini. La sanità è la spesa pubblica più tracciata che ci sia, possiamo tracciare ogni movimento, per questo si possono fare investimenti molto più controllabili rispetto a quanto sta circolando in questa campagna elettorale”.

Un duello Letta -Meloni, ecco quello che prefigura Lorenzin da qui al 25 settembre: “Le campagne elettorali si vincono nelle urne, non nei sondaggi e si vincono l’ultimo giorno”. gbiagi

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