Cronaca

Tutela dell'ambiente e agricoltura:
dall'Europa segnali preoccupanti

In Olanda il governo ha accusato l’agricoltura di essere in gran parte responsabile del crescente problema delle emissioni di azoto e ha proposto di ridurre fino a un terzo la quantità di capi allevati nel paese. In Irlanda si sta discutendo di un piano per “ridurre direttamente l’attività agricola”, con l’obiettivo di diminuire le emissioni di gas a effetto serra

Agricoltura europea in fermento. Cresce il malcontento degli agricoltori, schiacciati tra il forte aumento dei costi di produzione e la tendenza dell’industria di trasformazione e soprattutto della Gdo a mantenere bassi i prezzi al consumo. La risoluzione dell’equazione non è facile e riguarda la maggioranza dei comparti produttivi. In agricoltura un segnale importante di adeguamento alla nuova situazione internazionale lo si è avuto con l’adeguamento del prezzo del latte. Occorrerà vedere come reagiranno i consumi e il più che probabile incremento dell’inflazione.

La riapertura dei porti ucraini ha alimentato qualche speranza per il futuro sulla disponibilità di cereali e quindi sul contenimento dei costi di produzione, ad esempio dei mangimi, ma la riprova l’avremo tra pochi giorni quando sarà completata la raccolta del mais in pianura padana. Le prime stime parlano di una produzione inferiore del 20-30% rispetto alla media degli anni precedenti.

In agricoltura vi è un altro fattore che aumenta il rischio di instabilità: la questione ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici. Due punti cardine della Politica agricola comunitaria e anche del Piano nazionale di ripresa e resilienza che stanno mettendo a dura prova la resistenza degli agricoltori. Ma che potrebbero portare anche a limitazioni della disponibilità di cibo prodotto in Europa se l’esempio di alcuni paesi europei, come Olanda e Irlanda, dovesse essere seguito da altri.

Il governo olandese, infatti, lo scorso 10 giugno ha annunciato un drastico piano per ridurre le emissioni in atmosfera tra il 70 ed il 95% che riguarda tutti i settori produttivi. Per sostenere questo piano, è stato varato un sistema di aiuti al settore primario con una dotazione finanziaria di 24 miliardi di euro. In particolare, il governo ha accusato l’agricoltura di essere in gran parte responsabile del crescente problema delle emissioni di azoto e ha proposto di ridurre fino a un terzo la quantità di capi allevati nel paese. Il patrimonio zootecnico olandese conta su 4 milioni di bovini, 12 di suini e 100 di avicoli che, secondo il governo, incidono per il 16% sulle emissioni totali in atmosfera. L’agricoltura dei Paesi Bassi, forte anche della attività di floricoltura, esporta per oltre cento milioni di euro l’anno. I sindacati agricoli olandesi hanno rifiutato le decisioni del governo e si sono opposti con forti azioni di protesta. Sono ben 30mila i trattori scesi nelle strade: per il momento la situazione è in stallo.

Altre preoccupanti notizie giungono dall’Irlanda dove si sta discutendo di un piano per “ridurre direttamente l’attività agricola” con l’obiettivo di diminuire le emissioni di gas a effetto serra. Il dipartimento dell’Agricoltura irlandese stima che, per ogni 10mila vacche abbattute, verrebbero eliminate 45mila tonnellate di anidride carbonica equivalente dall’atmosfera.  Per il risarcimento (il valore di una vacca da latte viene calcolato in 4.300 euro) gli allevatori chiederebbero un pagamento superiore a 5.000 euro per tenere conto della riduzione dei guadagni futuri. Altre misure sono allo studio per contenere anche l’impiego di fertilizzanti azotati tra il 10 ed il 20% in meno. L’orizzonte temporale per l’adozione di queste ed altre misure è fissato al 2030.

Alla luce di questi fatti diventa sempre più attuale il conflitto tra le misure ambientali e la necessità di avere una agricoltura moderna, sviluppata e più produttiva per non dipendere da massicce importazioni di materia extra europea. Ne consegue che il quadro politico, economico e sociale che ruota intorno all’agricoltura europea e al cibo è in forte tensione. Una tensione che potrebbe anche aumentare.

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