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Elezioni 2022, Renzi: “A ottobre premier o Meloni o Draghi”

(Adnkronos) – “A ottobre il premier o lo fa Giorgia Meloni o Mario Draghi”. Lo dice il leader di Italia viva Matteo Renzi a Controcorrente su Rete4. “Se vince nettamente la destra, al governo ci va la Meloni, e io farò l’opposizione. Se non c’è una maggioranza chiara, l’alternativa è Draghi. O vince la destra o si fa un governo di unità nazionale. E decisivo è il voto al terzo polo”, aggiunge Renzi che rispondendo ad una domanda sulla fiamma tricolore nel simbolo di Fratelli d’Italia ammette: “Fossi in lei la toglierei, io l’avrei già tolto”. 

“Abbiamo un’occasione, un’opportunità, siamo gli unici a sostenere l’agenda Draghi – prosegue Renzi – rappresentiamo la novità di queste elezioni, io penso che il risultato sarà decisamente superiore a quello che si prevede. Capisco che le cose vanno molto bene dal fatto che ci attaccano tutti. Letta tutti i giorni attacca noi, il centrodestra attacca noi, perché hanno una fifa matta che questo nuovo raggruppamento, Italia sul serio, Azione-Italia viva con Carlo Calenda, vada a prendere un po’ di consenso e a portare via qualche voto, che poi sarà decisivo. 

“Vorrei una campagna non sulle polemiche, Berlusconi ha sbagliato a parlare delle dimissioni di Mattarella, ma chi lo critica candida Di Maio, che ha chiesto l’impeachment del presidente della Repubblica”, dice il leader di Italia viva che poi parla anche di Giuseppe Conte. “Di poltrone se ne intende, di altre cose un po’ meno. Batte il record di camaleontismo, non c’è nessuno che ha governato sia con Salvini che con la sinistra estrema con la stessa faccia di bronzo. C’è solo una persona, si chiama Giuseppe Conte. Prima di parlare di coerenza dovrebbe parlare di coscienza”, afferma rispondendo al presidente del Movimento 5 stelle, che ieri, a proposito dell’accordo Renzi-Calenda, ha parlato di “poltrona per due”. 

Infine, commentando le parole di Luigi Di Maio (“Renzi e Calenda sono due estremisti che aiutano la destra”) tuona: “Mi fa arrabbiare. Luigi Di Maio è il ministro degli esteri, sono sei mesi che dalla mattina alla sera pensa al suo partitino e a come garantire un seggio agli amici degli amici”. 

 

 

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