Pd, pronta la lista dei "disponibili"
Soldo: "Da Pizzetti grande lavoro"
Giovedì sera l'assemblea cittadina in streaming. Dal segretario provinciale un plauso all'operato del deputato cremonese uscente, che però non si candiderà.
I nomi – 6 0 7 – sono stati trovati e spaziano in diversi settori sociali e professionali in modo da poter rappresentare la più vasta platea possibile. E sono di iscritti ma anche di non iscritti al Pd. Ma da qui a dire che Cremona riuscirà ad esprimere un rappresentante nelle liste per Camera e Senato nei collegi di appartenenza, ce ne passa, tutto dipenderà dalle valutazioni che faranno gli organismi dirigenti nazionali. L’assemblea cittadina del Partito Democratico che si è tenuta giovedi sera sulla piattaforma Zoom è stata il primo momento di confronto tra gli iscritti cremonesi, qualcuno collegato da casa, altri (meno) da località di vacanza.
L’iniziativa è partita da Simona Frassi, presidente dell’assemblea cittadina; 28 in tutto i partecipanti, tra cui il segretario provinciale Vittore Soldo, che in una manciata di giorni – stretto dall’imminenza del 21-22 agosto, deadline per l’ufficializzazione delle liste – ha raccolto disponibilità alle candidature, altre se ne possono ancora aggiungere.
“Abbiamo toccato tantissimi mondi, associazionismo, sindacati, imprenditoria”, ha detto. “Individuando figure di riferimento che potessero risultare attrattive anche al di fuori dell’ambito strettamente partitico”, anche se non “siamo nelle condizioni che avevano caratterizzato l’esperienza dell’Ulivo, quella formidabile storia del nostro partito”.
Tutte candidature che si sono prestate a un’operazione di “servizio” perchè l’obiettivo numero uno è far raggiungere al Pd un numero di voti tale da ottenere il massimo dei seggi al Parlamento nella quota proporzionale. La riduzione del numero di parlamentari (400 alla Camera e 200 al Senato) e la nuova fisionomia dei collegi (Cremona accorpata a Pavia, Lodi e Mantova per la Camera e a Bergamo, Brescia e una decina di comuni attorno a Treviglio per il Senato) rappresenta una grossa sfida per i territori, e non certo solo per il Pd. Che dalle ultime statistiche – ha riferito il segretario – si colloca tra il 24% e il 27%, con un margine di errore del 3%.
Sull’uninominale lo scontro “forte è tra noi centrosinistra e la destra, perchè non possiamo più chiamarlo centrodestra” e citando le proiezioni dell’istituto Cattaneo, “quelle erano riferite a 4 settimane fa e davano la destra in grande vantaggio, ma le cose stanno cambiando dopo che sono state fatte le coalizioni. Un dato su tutti: ci può essere un 10% di elettorato con una mobilità abbastanza elevata, cioè non schierato ideologicamente. La partita quindi è aperta, abbiamo due mesi di campagna elettorale per provare a spostare il voto”.
“Sarà una campagna dura, ma non è già tutto scritto”, aggiunge. “C’è una parte dell’elettorato, soprattutto moderato, che ha votato centrodestra e che adesso è abbastanza disorientato, deve essere aiutato a fare una scelta che vada nella nostra direzione”. I temi della campagna elettorale faranno riferimento a “un autunno molto difficile da superare, a un’agenda sociale da costruire”; e poi transizione ecologica, resilienza energetica, “starà a noi riuscire ad asciugare la comunicazione e far passare le cose più importanti”, con un occhio particolare a quella platea di giovani che andrà a votare per la prima volta , interessata più ai temi ambientali che ad altro.
Da questo punto vista, emblematica la scelta di Enrico Letta di affidare al cremonese Michele Bellini, poco più che trentenne, la responsabilità nazionale della diffusione del programma, “per noi questo è motivo di vanto e questo non è banale, può essere una mano in più per rivolgersi a una generazione giovane. Sul piano organizzativo stiamo coinvolgendo dei volontari, ora dobbiamo individuare un coordinatore per ciascuno dei quattro circondari”. I manifesti sono già pronti, si cominceranno a vedere già a inizio settimana prossima.
Soldo resta abbottonato quando Fabiola Barcellari, consigliera comunale, rimarca l’importanza che a rappresentare il capoluogo, vi sia un nome “forte” e chiede di poter sapere chi sono questi “disponibili”. “Il primo nome che abbiamo tenuto in considerazione – ha risposto Soldo – è quello di Luciano Pizzetti, senza alcun dubbio. Il primo nome doveva essere lui per tantissimi motivi, ha lavorato benissimo, ha portato avanti le istanze del nostro territorio, ma si è impegnato anche su Mantova”. Ma il diretto interessato, Pizzetti, non avrebbe accettato di mettersi ancora a disposizione, e c’è incertezza anche sul destino di Stefania Bonaldi, che sicuramente sarà candidata, magari però non nella lista del Pd, ma in quella che si sta formando tra i sindaci del centrosinistra con Pizzarotti capolista.
Nemmeno è certo se uno dei nomi forti, quello del ministro Lorenzo Guerini, lodigiano, verrà speso per l’uninominale o il proporzionale, nel nostro collegio o altrove.
Dagli interventi in assemblea traspare la preoccupazione sulle alleanze: “Mi sono chiesta – è intervenuta Frassi – in questo programma stilato con +Europa e Azione, quanto possiamo essere appetibili per quella componente di sinistra che ha maggiormente a cuore i problemi dell’ambiente e del sociale, temi ai quali anche noi, come Pd, siamo sensibili? Le persone sono importanti, ma i programmi non sono da meno”.
“Il valore di questa coalizione – ha detto Stella Bellini, +Europa – è che mette insieme forze progressiste, sposa la tutela dei lavoratori, la transizione energetica e la cura dell’ambiente. Per i giovani i temi fondamentali sono ambiente e diritti civili. Il 25 settembre fronteggiamo una forza oscurantista”.
La sintesi alla fine viene da Soldo, nell’auspicare un allargamento della coalizione fino ad includere anche Italia Viva e magari anche pezzi del Movimento 5 Stelle: “Va bene fare un’alleanza il più larga possibile per giocarci la partita sui collegi uninominali, ma bisogna chiederci cosa ci terrebbe insieme al momento di governare”. Fatta questa premessa però, “da qui ai giorni che ci dividono dal deposito dei simboli, vorrei che si facesse tutto il possibile per allargare le alleanze. C’è un fronte progressista che sta ragionando non per costruire un partito ma per fare un’agenda di governo per i prossimi 5 – 10 anni. Su queste tematiche si riescono ad accorpare anche Verdi, Sinistra e perfino Italia Viva. Non escludo che ci sia uno sforzo per vedere se anche i 5 stelle possano accogliere certi argomenti. Penso ad esempio alla enorme carenza di figure professionali in determinati settori e alla transizione energetica, all’europeismo in tema di energia, ai giovani, alla parità di genere, alla sanità, che ci divide nettamente da Berlusconi, Salvini e Meloni. I liberali lì dentro non sanno che orizzonte di vita potranno avere, compito nostro è riuscire a intercettarli”. gbiagi