Cronaca

Al liceo Manin è tempo di saluti
Sette i prof che vanno in pensione

I saluti della preside Nolli a studenti e personale lo scorso giugno nell'ultimo giorno di scuola nel cortile del Manin

Terminati da qualche settimana gli esami di maturità, nelle scuole è tempo di saluti. Al liceo classico linguistico Manin di Cremona numerosi gli addii di insegnanti che lasciano la cattedra per la meritata pensione.

Tra loro, Rosalba Peluffo, Simona Frassi, Paola Tomasoni, Orietta Rebessi Botticini, Maria Rita Rinaldi, Manuela Dorigo e la “storica” Marina Biloni, una delle prime docenti dell’istituto cremonese.

Per qualcuno una scelta sofferta, che va a chiudere un percorso ricco di esperienze ed incontri.

“Ho iniziato ad insegnare giovanissima, sono praticamente passata dall’università alla cattedra. Per quanto una persona pensi di essere preparata, ci sono tante cose che devi imparare”, ha detto Manuela Dorigo, docente di inglese al liceo cittadino. “Ho iniziato in un istituto sui generis, alla scuola di liuteria, con alunni perlopiù stranieri e adulti. Al Manin sono arrivata nell’anno scolastico 2000-2001, ho trascorso lì parecchio tempo ed è stato un onore lavorare per questa scuola. La soddisfazione maggiore sta nel fatto che qualche ragazzo ha intrapreso carriere molto importanti”.

Tanti gli studenti che anno dopo anno si sono susseguiti sui banchi di via Felice Cavallotti.  Generazioni diverse, con peculiarità differenti: in breve una sfida continua e quotidiana.
Poi è arrivato il periodo Covid, che vede la scuola tra i settori più colpiti: un momento che ha lasciato ferite profonde in alunni e insegnanti.

“Il rientro a scuola è stato un rientro a metà”, ha ricordato la Dorigo, “con questa didattica a distanza, che comunque poteva essere utile ma certamente non ha giovato ai ragazzi. Il contatto umano, la presenza, aiutano molto nell’apprendimento, specialmente a quest’età.”

Nonostante tutto i giovani sono cambiati e continuano a cambiare. La professoressa Dorigo però, non ha dubbi: la luce in fondo al tunnel c’è e si vede. “Io sono sempre piuttosto ottimista e fiduciosa. Adesso, forse, siamo in un momento negativo, però non è detto che le future generazioni siano peggiori. Hanno acquisito altre capacità, anche grazie all’uso della tecnologia. Sono molto veloci e molto più pronti per fare determinate cose. Un unico neo: magari la cultura, intesa come conoscenza generale, è un poco da implementare”.

Andrea Colla

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