Lettere

Più spazio all'efficienza
nell'irrigazione

da Francesco Bergamaschi, presidente Parco Adda sud

Egregio direttore,

Una delibera del 1996, su parere dell’allora Comitato Tecnico Scientifico del Parco, pur non rilevando un’incompatibilità generale all’inserimento di tali attrezzature, dettava l’indirizzo, agli uffici del Parco, di rifiutare l’installazione di impianti di irrigazione “pivot” nella zona golenale, ancora coltivata.
L’attuale situazione di riscaldamento globale e la carenza di precipitazioni, rispetto al 1996, richiedevano una revisione dei criteri autorizzativi, a suo tempo fissati, perché è necessario risparmiare acqua irrigua, fattispecie che si realizza, invece, irrigando con l’utilizzo di impianti Pivot anziché a scorrimento.
Tali impianti sono caratterizzati dal movimento dell’impianto di irrigazione attorno a un punto fisso. Ad un’estremità delle campate è posta una torre di sostegno piramidale da dove entra l’alimentazione idraulica dell’impianto. Il movimento del sistema consente che la corretta quantità d’acqua venga distribuita in modo uniforme sulle colture e sul terreno, al momento giusto, con un fabbisogno idrico decisamente più contenuto. L’ irrigazione per aspersione, oltre a simulare l’apporto di acqua della pioggia, con ridotti consumi energetici, assicura la bagnatura delle radici e non genera ruscellamento, percolamento, erosione e shock termico.
Già nel previgente piano di gestione del Sito di Interesse Comunitario (SIC) La Zerbaglia, del 2009, riportava che “per ottimizzare l’uso irriguo a fini agricoli sono raccomandati metodi e tecniche di irrigazione finalizzata alla riduzione dei consumi e all’ottimizzazione degli usi in un quadro di sviluppo ecosostenibile”;
Per quanto riguarda il risparmio della risorsa idrica, il Pivot comporta indubbi vantaggi ma il suo uso è, generalmente, osteggiato per motivi paesaggistici: oltre ad incidere sulle visuali, il suo impiego ottimale può richiedere interventi di modifica del territorio, quali taglio di alberi, livellamenti, chiusura di coli.
Allo stato attuale, il Consiglio di Gestione del Parco, con parere favorevole del suo consulente tecnico scientifico, ha rivisto ed integrato l’indirizzo, agli uffici, in merito, per consentire, a determinate condizioni, l’impiego degli impianti Pivot, anche nella zona golenale agricolo forestale, come identificata dal P.T.C. del Parco, che è, generalmente, quella più permeabile e, quindi, più vorace d’acqua d’irrigazione tradizionale, a scorrimento.
La possibilità di posa, della zona golenale agricolo-forestale, ancora coltivata, rimane però subordinata al rispetto alle seguenti condizioni:
1. In caso di comprovata necessità di eliminazione di elementi minori del paesaggio (filari, siepi, fossi e coli ecc.), si dovrà prevedere ad effettuare impianti sostitutivi mediante la piantumazione di uguale lunghezza di siepe mista arboreo-arbustiva, di essenze autoctone collocate tra altri coltivi, da
definire in accordo con il Parco, ad esempio lungo la viabilità minore, rete irrigua ecc. e non a potenziamento di margini di aree boscate, per conservare un assetto sufficientemente equilibrato del paesaggio e dell’ambiente coltivato. Il Parco si riserva di valutare l’eliminazione di filari di specie di qualità oppure piante anche isolate ma con portamenti importanti o l’eliminazione di siepi che assicurano la presenza di un corridoio naturalistico.
2. la posa dei Pivot non autorizza di conseguenza, la realizzazione di unici appezzamenti agricoli aventi unica superficie pari all’area di irrigazione dei Pivot.
3. oltre a quanto già definito dal punto “1” si dovranno prevedere impianti arborei-arbustivi a compensazione ambientale conseguenti alla posa del pivot, aventi le stesse tipologie degli impianti sostitutivi di cui al punto “1”.
4. quando il pivot sarà a fine ciclo e non funzionerà più, lo stesso e i relativi manufatti accessori dovranno essere smantellati.

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