Cronaca

Cercano escort sul sito, ma a casa
trovano un trans. Pestaggio e rapina

Avevano contattato un sito di incontri sessuali per prendere un appuntamento con una escort. Ma una volta a casa della squillo, si sono trovati di fronte un transessuale, nome d’arte “Miranda”. A quel punto è scattata la violenza da parte dei due clienti: la vittima è stata pestata più volte, tanto da provocarle lesioni per una settimana, e poi l’hanno rapinata di 500 euro, di un computer e di numerosi telefoni cellulari.

Il fatto risale alle 13 dello scorso 23 maggio in via Panfilo Nuvolone. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona guidati dal dirigente Marco Masia sono riusciti a dare un volto e un nome ai presunti autori. In arresto per rapina aggravata sono finiti due albanesi di 30 e 32 anni, un cameriere e un commerciante di auto. Sarebbero loro gli autori materiali, mentre un altro uomo, un connazionale di 35 anni, è stato denunciato. Il suo ruolo sarebbe stato quello del palo. Due degli indagati sono residenti nel cremonese, mentre uno a Sassuolo. Dopo la rapina in casa, i tre si erano allontanati in direzione Parma. Le indagini si sono concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza, dei varchi stradali e delle “scie digitali” lasciate dai presunti responsabili e dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti.

Una volta identificati, gli uomini della Mobile di Cremona, con la collaborazione del Commissariato di Sassuolo, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Cremona su richiesta della procura, arrestando uno degli indagati a Sassuolo, accompagnato nel carcere di Modena. L’altro è invece stato rintracciato dopo 24 ore di incessanti ricerche, anche grazie ai continui colloqui con i familiari. Per lui si sono aperte le porte del carcere di Cremona.

L’avvocato Curatti

Sulla vicenda è intervenuto il difensore dei due arrestati, l’avvocato Luca Curatti: “Sicuramente si tratta di una vicenda tutta la chiarire avvenuta in circostanze perlomeno curiose e diverse dalle aspettative dei due giovani. Ho forti perplessità in merito alla contestazione di un reato quale è la rapina aggravata, posto che non rinvengo alcun elemento psicologico e volontaristico.

Sicuramente c’è stato un corto circuito, un misunderstanding, un chiarimento non giunto a buon fine che avrà provocato a tutti i presenti delle reazioni scomposte. Ma sicuramente nessuno dei due ragazzi ha mai inteso compiere un furto in abitazione o una rapina aggravata non avendone alcuna necessità o bisogno. Un momento di trasgressione extra coniugale si è trasformato in una brutta storia tutta da chiarire e da approfondire. Tengo in ogni caso a sottolineare che il secondo dei miei assistiti, avendo avuto notizia di una ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, ha scelto consapevolmente e con grande responsabilità  di costituirsi, accompagnato da me, davanti alla autorità giudiziaria per chiarire la propria posizione. Anche questo comportamento non è sicuramente compatibile con le gravi accuse mosse. Mi riservo comunque di esaminare con grande attenzione gli atti”.

Sara Pizzorni

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