Cronaca

Salvatore Mannino, Ats:
"Il virus è cambiato"

Il direttore generale di Ats Valpadana a tutto campo sull'andamento dei contagi (circa 400 al giorno, nell'ultima settimana) e sull'approccio alla prevenzione.

La linea rossa che segna l’andamento dei contagi negli ultimi due mesi è decisamente in crescita, anche se con qualche zigzag.  “Molti pesano a un rallentamento dei contagi, io non faccio previsioni. Diciamo che nell’ultima settimana siamo sui 400 nuovi contagi al giorno in media”. Salvatore Mannino, direttore generale di Ats Valpadana, è cauto sull’arretramento del virus in questa estate cremonese e italiana, in piena stagione turistica, senza limitazioni alla mobilità né obblighi ad indossare mascherine. Dal suo ufficio in via San Sebastiano commenta i dati dell’8 luglio.

Indicativamente un tampone su 4 in provincia di Cremona è positivo, ma la realtà è un po’ diversa dall’ufficialità che risulta dai report giornalieri.

“Malauguratamente – continua il dg – non tutti  fanno quello che bisogna fare, ossia, dopo aver riscontrato la positività in casa con un tampone fai da te, recarsi presso un punto tamponi che alimenta i flussi ufficiali sull’andamento dei contagi.

“Purtroppo, c’è chi è tentato a non svelarsi come positivo. Questo è deprecabile dal punto di vista della sanità pubblica, ma anche dannoso perchè così non si riesce ad avere un quadro esatto del perimetro dei contagi, non si riesce a tracciarne l’andamento nel tempo e nello spazio. Si creano delle possibili distorsioni nella corretta interpretazione dell’andamento epidemiologico e delle  valutazioni conseguenti. Serve invece un comportamento coretto e responsabile, andare sempre a fare un tampone che entra nella rete di monitoraggio. Non entrare nei flussi non consente neanche quelle azioni di controllo rispetto alla circolazione dei positivi, che comunque è un tema sempre rilevante”.

Insomma, troppo “fai da te”, come se il virus, seppure meno pericoloso di uno – due anni fa, non fosse ancora parente stretto di quello che causò migliaia di morti nella nostra provincia. Non sarebbe il caso di imporre  almeno l’obbligo della mascherina?

“Dobbiamo secondo me uscire fuori dalla logica dell’obbligo normativo, per delle cose che sono di assoluto buon senso”, afferma Mannino.  “Non serve una norma per proteggersi e per fare il proprio bene. Non entro nelle decisioni normative che competono a chi ha una visione del problema molto più ampia della mia e prende decisioni sulla base di una valutazione multi dimensionale. Io non credo che sia questo il punto. Il punto è  la consapevolezza delle persone circa l’importanza di proteggersi. Questa cosa si ottimizza attraverso più strumenti. Oggi, per gli ultra80enni, gli ultra60enni molto fragili, gli immunodepressi e i trapiantati, la protezione dal rischio di malattia grave è la quarta dose di vaccino. Per tutti gli altri, la protezione dal contagio è l’uso delle mascherine e usare la massima attenzione nelle situazioni di forte prossimità con le persone senza dispositivi di protezione individuale. A questo aggiungo un’altra misura basilare,  l’igienizzazione delle mani. Tutto questo, in una situazione in cui il dettato normativo è diventato molto meno stringente, ecco tutto questo diventa un atto di responsabilità individuale di protezione di se stessi”.

Con la circolazione delle nuove varianti, quindi, ” è importante l’uso della mascherina nelle situazioni di grandi eventi, che creano un grande potenziale di circolazione del virus. Ho sempre detto che l’idea della impermeabilità al virus è un’idea utopica. Dobbiamo vedere tutto in termini di probabilità, ossia ridurre la probabilità del contagio e ridurre la probabilità di una forma di malattia grave.

“Oggi la vaccinazione contro queste varianti ha un impatto limitato per quanto riguarda la diffusione del contagio e sarà così finchè non avremo un vaccino più ritagliato sulle varianti circolanti.

“I vaccini fino all’insorgenza delle varianti recenti, hanno avuto un ruolo salvifico rispetto all’immunità e alle persone. Oggi invece la protezione vaccinale è una protezione individuale, sulle forme gravi; la prevenzione dal contagio deve invece viaggiare su altri strumenti e partire dall’attenzione ai comportamenti individuali”.

Molti però preferiscono attendere la stagione autunnale per vaccinarsi, proprio in attesa di vaccini più efficaci che sono alla studio.

“Non ha alcun senso attendere qualche mese, perchè il rischio è oggi”, contnua Mannino. “Se tu sei a rischio oggi e nelle prossime settimane, ti proteggi oggi. Non è la protezione ottimale? Beh, noi sappiamo, come ci confermano i dati dell’istituto Superiore di sanità, che la dose booster ha un’efficacia altamente significativa nel ridurre ricoveri e decessi. I non vaccinati hanno un rischio di ricovero tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati; rischio che arriva quasi a 5 volte più elevato negli ultraottantenni”.

Quanto ai decessi, “il rischio è 6 volte più alto (quasi 8 volte per gli ultraottantenni) nei non vaccinati con quarta dose, rispetto ai vaccinati”

Insomma, “la protezione vaccinale non potrà mai essere assoluta, potrà essere elevata o elevatissima, e comunque anche i vaccinati devono osservare comportanti adeguati. Già oggi i vaccini che abbiamo sono efficaci nel ridurre ricoveri e mortalità”.

Dovremo abituarci a farci vaccinare più volte all’anno contro le varianti del coronavirus?

“Questa è una domanda a cui credo neppure i più stimati e acclamati virologi al mondo possono dare una risposta certa. Dobbiamo abituarci a una incertezza delle conoscenze che viene mitigata dall’andamento della pandemia e dalle osservazioni che facciamo di giorno in giorno che ci insegnano qualcosa in più rispetto alla malattia e a come contrastarla. Un po’ come è successo per l’influenza, è prevedibile la necessità di una vaccinazione periodica, e non a caso si sta parlando anche di vaccini combinati.

“Quel che è certo è ad oggi le campagna vaccinali hanno contribuito a salvare tantissime vite umane”. gbiagi

 

 

 

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