Cronaca

Crisi idrica, Berselli denuncia: "Misure
non rispettate, così peggioriamo"

Foto Sessa

Prelievi eccessivi per l’irrigazione rischiano di peggiorare la situazione già gravissima della crisi idrica, attenuata solo parzialmente dalle recenti precipitazioni: a denunciarlo è Meuccio Berselli, segretario generale di ADBPo-MiTE , durante l’ultima seduta dell’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici.

Secondo Berselli, l’incremento di portata legato alle precipitazioni “non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta, in avanti di una decina di giorni, scongiurando però, per ora, la massima conseguenza della siccità stagionale, ovvero un preventivo e dannoso stop al prelievo. Prelievi che comunque, nonostante la raccomandazione ai territori non sono stati effettuati nella misura del 20% sull’acqua disponibile, come stabilito (ma addirittura aumentati del 10%)”.

In sostanza, se ci si fosse attenuti alle prescrizioni, sottolinea Berselli, le piogge “avrebbero contribuito in maniera determinante al raggiungimento di un livello di portata tale (circa 300 mc/s) in grado di sollevare le necessità della gran parte delle aree considerate fino a luglio inoltrato”.

“Alla luce di questi dati emersi oggi, a cosa serve prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?” si chiede Berselli.

“In ogni caso, nonostante il temporaneo ristoro, destinato ad esaurirsi in pochi giorni, le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del fiume restano ancorate al livello di siccità grave (a Cremona l’idrometro segna -8,20).

Attualmente il contributo esclusivo di risorsa idrica ai livelli attuali del Po è garantito solo dall’approvvigionamento dei corsi d’acqua Adda, Ticino, Dora e Mincio alimentati dai grandi laghi tra i quali il Maggiore, che si è riportato in quota; oltre al Garda, che già beneficiava di un buon quantitativo invasato. Si è attestato anche l’apprezzato rilascio in modalità sussidiaria di risorsa idrica dagli invasi del comparto idroelettrico a beneficio degli utilizzi a valle” conclude Berselli.

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