Cronaca

Fece "genuflettere" alunna "ribelle"
definendola "di fascia bassa". Assolto

Nel mondo dell’atletica leggera è un nome molto noto, quello di Gian Giacomo Contini, allenatore dell’Interflumina, un totem per la società di Casalmaggiore. Il velocista Fausto Desalu, medaglia d’oro alle olimpiadi di Tokyo, è considerato un suo “figlio sportivo”. Ma questa volta il nome di Contini, da 40 anni professore di educazione fisica senza macchia, non balza agli onori della cronaca per meriti sportivi, ma per una vicenda di cronaca giudiziaria. Contini è finito a processo penale con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina nei confronti di un’alunna. Un’accusa dalla quale oggi l’allenatore è stato scagionato. Assolto “perchè il fatto non sussiste”.

Il fatto risale al 2017. Contini era professore di ginnastica alla media Diotti di Casalmaggiore. Durante una lezione in palestra, l’alunna, una 12enne di seconda media, si era opposta ad un tipo di esercizio di orientamento che tutti i ragazzi avrebbero dovuto fare con l’utilizzo di una cartina preparata dall’insegnante. Al rifiuto della studentessa, Contini si era adirato, e a quel punto per punizione l’avrebbe fatta genuflettere per chiedere scusa, dicendole poi “tu sei di fascia bassa”. A denunciare l’insegnante era stata la mamma della ragazzina.

L’avvocato Marco Mainini

A spiegare questi “fraintendimenti” ci ha pensato il legale della difesa, l’avvocato Marco Mainini, del foro di Milano. “La ragazza non è stata fatta genuflettere in stile religioso”, ha precisato l’avvocato. “Un’amica della giovane presente al momento dei fatti ha detto che la ragazza aveva una gamba piegata in avanti con il ginocchio a terra e una indietro, come un corridore. Non ci si trovava ad una lezione di greco o latino, ma in una palestra”. Circa la frase che Contini aveva detto alla giovane, il legale ha spiegato che “il professore, parlando di fascia bassa, si riferiva al  rendimento della 12enne. Fascia b., e cioè fascia bassa, e che lei avrebbe quindi dovuto essere più umile e non contestare ciò che le aveva chiesto di fare il suo insegnante”.

“Se dovesse passare il messaggio che costituisce un illecito penale richiamare un’alunna per un comportamento  ritenuto irrispettoso”, ha concluso il legale, “ci troveremmo di fronte all’impossibilità di educare i ragazzi nel loro percorso di crescita. Il metodo educativo adottato da Contini è privo di rilevanza penale. Il reato di cui è stato accusato è quindi un reato non configurabile”.

Per l’imputato, che si era subito scusato, anche il pm aveva chiesto l’assoluzione.

A processo la ragazza non si è costituita parte civile.

All’epoca dei fatti, nei confronti dell’imputato la scuola non aveva adottato alcun provvedimento disciplinare.

Sara Pizzorni

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