Cronaca

Cremona, per la serie A
è rebus impianti sportivi

Cinque squadre in serie A in una sola città che ora deve saper rispondere alle esigenze di tutti i club, in primis a livello infrastrutturale. Cremonese, Vbc, Esperia, Vanoli e Juvi: tre storiche promozioni, una decennale conferma, una retrocessione con voglia di rilancio. Il saldo non è mai stato così positivo per lo sport di squadra cremonese ma dopo le sbornie dei festeggiamenti il ritorno alla realtà impone su più fronti una corsa contro il tempo per i lavori. La Cremonese va di fretta per adeguare lo stadio Zini alle esigenze della serie A: giocherà fuori casa le prime due giornate – venerdì il sorteggio del calendario – e per fine agosto spera di arrivare a termine con gli interventi per non dover migrare al Manuzzi di Cesena. Nella A1 femminile la certezza è la Vbc, al decimo anno nel gotha del volley: al PalaRadi però bisognerà trovare il giusto equilibrio con Vanoli e Juvi, entrambe in A2 di basket, per un derby che infiamma già la piazza e surriscalda la gestione del palazzetto. Il calendario dell’impianto si intaserà da ottobre. Sul tema si dovranno coordinare le leghe di riferimento (Lega Nazionale Pallacanestro e Lega Pallavolo Serie A Femminile), le società e l’amministrazione comunale. Costretta invece a lasciare il PalaCambonino, non più a norma per la serie A2, è la neopromossa Esperia che si sta scontrando con alcuni problemi strutturali del PalaCava, individuato per accogliere anche alcuni allenamenti del basket. Altezza del palazzetto, presenza dei canestri, fori per i pali della rete sono le criticità evidenziate dal sopralluogo Fipav di martedì. Problemi risolvibili con investimenti che sfiorano i 100mila euro su un impianto appena ristrutturato. Risorse ad oggi non disponibili nelle casse comunali. Alternative al PalaCava: una deroga per l’utilizzo del Cambonino (in difetto per capienza di pubblico) o un clamoroso ritorno dell’Esperia al PalaRadi, palazzetto che ospiterebbe così l’intera serie A indoor di Cremona. A patto che ci sia accordo sulla gestione dell’impianto, con regia (dell’assessorato allo Sport) e attori (i club) disposti a dialogare.

Simone Arrighi

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