Cronaca

Madonna blasfema, l'ipotesi di reato
è vilipendio del sentimento religioso

“Questo decantato movimento lgtbqia+ sembra addomesticato completamente dalla sua alleanza con le istituzioni, con le sue richieste riformiste e dalla commercializzazione della identità gay, lesbica e trans. Chiedere di essere incluse nel sistema delle norme significa allinearsi all’utilità e alla normalità (…)”

E’ un passaggio del volantino (non firmato) che veniva distribuito sabato in coda al CremonaPride accanto al manichino che simulava una madonna con il seno nudo. Una vicenda che ha innescato la polemica politica e un’indagine della Digos. Il volantino attacca quindi gli organizzatori del CremonaPride e l’Arcigay in particolare, considerati troppo timidi e non di rottura con le istituzioni.

Ma quale tipo di reato può essere addebitato a chi ha addobbato quell’immagine? L’abbiamo chiesto all’avvocato Alessio Romanelli, intervenuto nella trasmissione di Cremona 1 Punto e a capo.

“La Costituzione – spiega il giurista –  riconosce la libertà di professare liberamente la religione e allo stesso tempo di manifestare liberamente il proprio pensiero anche in termini critici.

“Per quanto riguarda il penale, le originarie formulazioni del codice penale del 1930 non ci sono più, però il sentimento religioso, inteso sia nel senso individuale, sia nella pluralità di fedeli che si riconoscono in una determinata confessione religiosa, è tuttora tutelato. Questo significa che ci sono reati che sanzionano le condotte di chi offende – attraverso il vilipendio – il sentimento religioso”.

In altri termini, la religione in sé non è più tutelata penalmente, come era ai tempi della religione di Stato, “cattolica apostolica e romana”, ma è tutelato il sentimento religioso.

“La Corte costituzionale – afferma Romanelli –  dichiarò incostituzionale quell’articolo; nel 2006 il legislatore ha riscritto determinati reati che offendono il sentimento religioso, ma non il vilipendio della religione”.

Il reato ipotizzabile, se mai venissero identificati gli organizzatori, è il vilipendio delle persone che professano un culto, dei ministri del culto stesso e – venendo allo specifico –  le manifestazioni di disprezzo verso le cose che formano oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all’esercizio del culto. gb

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...