Cronaca

Moratti al lavoro con il Ministero per
un Dea di 2º livello in ogni capoluogo

Dopo Soresina, la vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti ha fatto tappa a Cremona per il convegno “Salute, un bene del territorio” organizzato da Federfarma Lombardia.

A fare gli onori di casa, il sindaco Gianluca Galimberti, che ha introdotto in sala Quadri gli interventi di Annarosa Racca di Federfarma Lombardia e Rosanna Galli, referente territoriale di Federfarma, per ribadire l’importanza delle farmacie in epoca pandemica, grazie ai servizi erogati come tamponi e vaccini. “Dopo tanti mesi di distanziamento le farmacie devono ridurre le distanze” hanno detto.

Presente tra il pubblico molti operatori sanitari e anche le rappresentanti del comitato spontaneo Rivogliamo Area Donna, oltre ai vertici di sanità e politica territoriale, tra cui vari consiglieri comunali e provinciali.

Moratti ha ribadito, come fatto nel pomeriggio a Soresina, l’importanza delle case di comunità e ha riaperto una speranza sulla possibilità per Cremona di avere un ospedale con un dipartimento di emergenza e accettazione di II livello, quindi dotato di una serie di specialità mediche interventistiche al momento non presenti. Il Carlo Poma di Mantova in questo è più avanti (in pratica deve vedersi autorizzare la neurochirurgia), mentre per Cremona un requisito indispensabile sarà la realizzazione di un contenitore funzionale, quindi il nuovo ospedale.

La novità annunciata dalla vicepresidente è quella dell’avvio di un’interlocuzione con il Ministero della Salute per arrivare a una deroga che consenta di attivare un Dea di II livello per ogni capoluogo di provincia, anziché sulla base di un bacino di popolazione di almeno 600mila abitanti come attualmente prevede la norma.

Il professor Daniele Generali, direttore dell’unità complessa di Patologia mammaria all’Asst di Cremona, ha parlato delle nuove frontiere della medicina e in particolare dei nuovi farmaci che potranno essere somministrati anche fuori dall’ospedale grazie ad una tecnologia sempre più avanzata e mirata. Una medicina insomma sempre meno ospedalocentrica e sempre più legata alle cure territoriali.

Su questo ha puntato nel suo intervento conclusivo anche il direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi: “Il nuovo ospedale sarà una scatola al servizio di qualcosa di intelligente” ha detto “avremo sempre più una sanità che non richiederà il ricovero in ospedale ma le cure presso il domicilio dei pazienti. Ad esempio, un paziente in scompenso lieve o uno oncologico che deve fare terapia non avrà più bisogno di andare in ospedale ma potrà riceverle al domicilio, grazie a una tecnologia in continua evoluzione”.

Entro la metà di giugno si terrà l’incontro tra la stessa Moratti e lo staff della sanità regionale con i sindaci del Distretto cremonese per affrontare ancora il tema del nuovo ospedale: tempistica (è previsto un bando internazionale per il concorso di progettazione), servizi, personale da implementare.

Le interviste di Simone Arrighi

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