Tassa di soggiorno, in due mesi
già arrivati 22mila euro in Comune
E’ ripreso il turismo a Cremona, e lo si vede anche dagli introiti della tassa di soggiorno, applicata per la prima volta da gennaio di quest’anno. Nei mesi di febbraio e marzo ha fruttato al Comune 22mila euro. A Bilancio, erano stati previsti per tutto l’anno 80mila euro di incasso, ma se le cose proseguiranno così nei restanti mesi è anche possibile che si arrivi a superare la cifra.
L’attuale imposta di soggiorno ammonta a 1,50 euro al giorno per tutte le strutture cittadine e a 1 euro per ostello e campeggio. Nel 2023 si passerà rispettivamente a due euro e a 1,50.
L’imposta è dovuta per ogni persona non residente nel Comune di Cremona che soggiorna presso una struttura ricettiva, comprese le locazioni brevi negli appartamenti, e si calcola per i primi 3 giorni consecutivi.
Il trend del turismo aveva ricominciato a dare segnali positivi già nel 2021 con un aumento del 45% di pernottamenti in città, rispetto al 2019, quindi tralasciando l’anno peggiore della pandemia.
La ripresa appare ancora più evidente con il mese di giugno e di agosto: i pernottamenti, cioè le presenze nelle strutture ricettive, e in particolare negli hotel, aumentano ben oltre il 100%. A questi numeri, davvero notevoli, si aggiunge la permanenza media che da 2 giornate nel 2019 arriva alle 4 nel 2021.
Lo scopo dell’imposta di soggiorno è quella di migliorare l’appeal della città a fini turistici turismo, con sostegni alle strutture ricettive, interventi di manutenzione, di fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali e miglioramento dei servizi pubblici. gb