Politica

Jotta: "Revoca a Salini? In Forza Italia
c'è chi decide e chi deve eseguire"

Revocato nel 2018 da Mariastella Gelmini, l'ex coordinatore provinciale di FI ha vissuto una situazione molto simile a quella toccata a Massimiliano Salini, sostituito alla guida di FI regionale da Licia Ronzulli. "Non mi piace la regola del contrappasso, ci sono passato anch'io e comprendo l'amarezza"

“So cosa significa essere commissariati senza ragione, capisco l’amarezza. Sono dispiaciuto, non sono tra quelli che pensano alla legge del contrappasso. Cerco di guardare le cose dal punto di vista della sensibilità umana, ho sempre anteposto il rapporto umano a tutto il resto”.  Mino Jotta è stato coordinatore di Forza Italia provinciale prima di Massimiliano Salini e cioè fino al 2018, quando con una dinamica molto simile a quella che ha interessato quest’ultimo, venne rimosso dall’incarico.

E’ accaduto così anche stavolta, per Salini, a cui Berlusconi ha revocato sabato l’incarico mettendo al suo posto la senatrice Licia Ronzulli e dandogli in cambio l’incarico di tenere i rapporti con l’imprenditoria. Incarico subito declinato.

Salini non ha nascosto il suo disappunto: una decisione comunicata “senza alcuna motivazione plausibile, sono sorpreso e amareggiato”.

“Queste cose fanno male e io l’ho provato”, continua Jotta, uscito da Forza Italia, ma non dalla politica cremonese, dove guida lo schieramento dei sindaci che hanno eletto il presidente della Provincia Mirko Signoroni e che nell’ultima tornata elettorale – senza un partito alle spalle – hanno ottenuto un consigliere. “E quindi non posso non solidarizzare con chi lo sta provando ora, quando un’azione ti cade dall’alto e tu la ritieni ingiusta e senza ragione”.

Con Salini, Jotta non si è più sentito negli ultimi 5 anni, mentre “con Mariastella (Gelmini) mantengo un rapporto fraterno”, pur avendo ricevuto proprio da lei, all’epoca coordinatrice regionale, la notizia della revoca. Secondo ricostruzioni giornalistiche, la scelta quasi improvvisa di sostituire Salini con Ronzulli sarebbe stata presa dal cavaliere per contrastare l’ascesa proprio della Gelmini. Ma Jotta non si avventura in queste ipotesi: “Quello che è successo dice del fatto che in Forza Italia c’è qualcuno che decide e qualcuno che deve eseguire. Da quando abbiamo fatto l’ultimo congresso non ce ne sono stati altri, non c’è stata più partecipazione democratica.

“E ci sarà sicuramente una ragione per cui Berlusconi ha voluto che la Lombardia, la regione più importante, fosse coordinata dalla Ronzulli che è la sua collaboratrice più diretta, questo vuol dire che la tiene in mano lui”.

“Ma attenzione, alcune azioni non portano vantaggio e credo che non lo porterà quest’ultima. Quando si prendono queste posizioni d’imperio non c’è mai un vantaggio in termini di consenso sul territorio perché sul territorio c’è gente che si interroga, che ha passione, che lavora. E che non comprendendo le ragioni, magari si allontana”.

Il terremoto in Forza Italia finisce qui? “Non credo, di sicuro ci saranno altri movimenti, sono convinto che queste scelte lascino il segno. E’ successo anche a noi cinque anni fa, e non è detto che poi non scaturiscano cose positive. Gli amministratori di centrodestra che si sono riconosciuti nel presidente della Provincia ne sono una dimostrazione, facciamo accordi con chi ha una visione simile alla nostra. Signoroni è un uomo di centrodestra proposto da me al centrosinistra. Il rammarico che oggi prova chi è stato commissariato è lo stesso che abbiamo provato noi quando si aveva una rete, un consenso e però ti hanno detto ‘si accomodi’”. gbiagi

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