Cronaca

Nuovo ospedale, esami di sera, Dea
di 2° livello: incontro con i sindaci

La proposta di istituire un Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) più strutturato rispetto a quello attuale, vero punto qualificante del nuovo ospedale, è contenuta nel Piano organizzativo aziendale che il direttore generale dell'Asst di Cremona presenterà in Regione il 4 maggio. Ma ci sarà da superare la "concorrenza" di Mantova.

L’Asst di Cremona proporrà alla Regione l’attivazione, all’interno del nuovo ospedale di Cremona, di un dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) di II livello, un gradino in più rispetto a quello attuale. Quindi con una presenza di specializzazioni e di possibilità interventistiche, anche a livello di pronto soccorso, molto più consistente rispetto ad oggi. E’ questa una delle proposte qualificanti che dopodomani 4 maggio l’Azienda ospedaliera di Cremona andrà a proporre alla Regione, all’interno del Poas, il piano organizzativo che ridisegna lo sviluppo della sanità cremonese, “costruito per creare tutte le condizioni necessarie per ambire al Dipartimento Accettazione Emergenza (DEA) di secondo livello funzionale al progetto nuovo ospedale”.

Lo ha spiegato oggi pomeriggio il direttore dell’Asst Giuseppe Rossi nell’assemblea dei sindaci del distretto Cremonese che si è riunita in aula magna su invito del presidente Gianluca Galimberti e del presidente dell’azienda consortile Roberto Mariani.

Requisito fondamentale per ottenere questo servizio che qualificherebbe e di molto, la sanità non solo cremonese, ma di un’ampia fetta di sud Lombardia, è la coesione del territorio. Anche l’Asst di Mantova ha le stesse ambizioni di Cremona e qualche carta in più per aggiudicarselo.

 

VISITE ED ESAMI DI SERA – Tra le altre novità, l’adesione dell’ospedale cremonese e dell’Oglio Po a quanto richiesto da regione Lombardia, ossia la possibilità di fare visite ed esami in orario serale. Dal 7 maggio gli ospedali di Cremona e Casalmaggiore garantiranno l’ampliamento dell’offerta di prestazioni radiologiche (TAC, Mammografie e RM), iniziativa rivolta ai soli  residenti in Regione Lombardia.
Questi i primi giorni calendarizzati: a Cremona Tac senza mezzo di contrasto 7-8-15-22-28-29 maggio, dalle 14 alle 17; 4 e 23 maggio, dalle 20 alle 23. Mammografie invece dal mese giugno, quando è previsto anche l’ingresso di un nuovo medico radiologo specializzato in senologia.
All’Oglio Po le aperture serali sono per le mammografie i giorni 9 e 16 maggio, dalle 20 alle 24; per le Risonanze Magnetiche il 14 e 21 maggio, dalle 14 alle 18.

LA CARENZA DI PERSONALE – Molti altri i temi trattati. Cruciale la ricerca di medici specialisti: “L’attività di reclutamento del personale sanitario – ha spiegato Rossi –  nel triennio 2019-2021 è stata impegnativa e ha visto la pubblicazione di 107 bandi di concorso, di cui tre andati deserti, che hanno coinvolto 1024 candidati. Più dell’86% dei candidati ha provenienza extraterritoriale (diverse parti di Italia).
I bandi di concorso per dirigenti medici già pubblicati nel 2022 sono 11 (a cui vanno aggiunti 2 in fase di pubblicazione e altri 2 che verranno indetti entro dicembre) per un totale di 36 posizioni disponibili.
Nel 2021 i medici che per motivi diversi hanno cessato l’attività presso l’ASST di Cremona sono stati 56 e ne sono stati assunti 53. Gli infermieri che hanno cessato l’attività sono 101 a fronte di 134 assunti.

MAMMOGRAFIE – Si è parlato anche del tema più volte alla ribalta negli ultimi tre mesi, ossia la difficoltà di prenotare le mammografie, una delle questioni sollevate dalla riorganizzazione di Area Donna all’interno di Oncologia: “Alle pazienti che necessitano del controllo annuale – ha spiegato Rossi –  viene dato l’appuntamento per il 2023, le prestazioni senologiche con priorità a 60 giorni vengono eseguite nei tempi e (dal prossimo giugno) l’equipe di radiologia senologica si arricchirà di un nuovo radiologo specializzato”.

I dati forniti mostrano una ripresa dell’attività, dopo il crollo del periodo pandemico, per quanto riguarda le prestazioni di Area Donna:

Per quanto riguarda le Case di Comunità, si è parlato dell’inizio di attività per quella di Soresina dove sono operativi gli infermieri di famiglia (Punto Unico di accettazione – PUA) per la presa in carico dei pazienti cronici e gli specialisti di geriatria, terapia del dolore e psicologia.

Rossi ha anche illustrato i numeri in crescita delle attività di Neurochirurgia (15 interventi complessivi nei primi 4 mesi dell’anno; nel 2021 furono 22 i tutto l’anno); e della Chirurgia, anche con tecniche innovative (316 interventi da quando è iniziato il 2022; 227 nell’intero 2021).

Paola Tacchini, Cristina Marenzi, Cinzia Zampini, Luigi Armlllotta: il Comitato per Area Donna ha raccolto nel pomeriggio, davanti all’ospedale, altre 200 firme per mantenere l’assetto originario dell’unità operativa che eroga le cure oncologiche al femminile

I PRIMI COMMENTI – L’assemblea era riservata agli amministratori del territorio cremonese, ma solo 17 su 48 aventi diritto si sono presentati. Presenti invece diversi primari, i consiglieri regionali Federico Lena e Marco Degli Angeli; i parlamentari  Luciano Pizzetti e Simone Bossi.

Ammesso a partecipare il consigliere comunale  M5S Luca Nolli, uno di quelli più vicini alle istanze del Comitato per Area Donna che aveva indetto un presidio fuori dall’ospedale (raccolte oltre 200 firme contro la chiusura):  “Sono stati illustrati numeri positivi sull’attività dell’ospedale, quasi un pamphlet pubblicitario – ha detto Nolli -Tutto poi va calato nella realtà: ad esempio, ben venga il nuovo ospedale, ma vedremo cosa succederà se dovesse verificarsi una nuova pandemia, con la prevista forte riduzione di posti letto”.

“Sintomatico che il direttore generale ci abbia salutato dicendo che ci vedeva per la prima volta – commenta Marco Degli Angeli, consigliere regionale M5S-. E’ significativo del fatto che né l’azienda ha mai cercato di costruire un progetto per la nuova sanità condiviso con il territorio, né che il territorio l’ha mai chiesto. Questo era un incontro a porte chiuse coi sindaci, a mio parere l’azienda dovrebbe coinvolgere la cittadinanza ed essere più trasparente.

Per quanto riguarda l’ottenimento di un Dea di II livello, c’è stata una sorta di ‘chiamata alle armi’ del territorio per ottenerne l’assegnazione da parte della Regione superando la competizione con l’Asst di Mantova. Ma tra territori non deve esserci competizione, deve esserci una sanità che risponda ai bisogni in base a una progettualità. Purtroppo è emerso che Cremona parte svantaggiata rispetto a Mantova perchè l’area del Casalasco Viadanese, per decreto regionale, è passata sotto la competenza dell’Asst di Mantova e quindi sarà quella ad ottenere più risorse”.

“Per quanto riguarda le Case di Comunità, diciamo che per ora è stata fatta un’operazione immobiliare, più che sanitaria, andando ad individuare quelle sedi che potevano ospitare i servizi, vedi Soresina ad esempio. Oggi viene chiesto ai sindaci di fare una mappatura dei bisogni del territorio, ma questo andava fatto ben prima. Insomma, la riforma della sanità territoriale mi sembra che sia procedendo al contrario di quello che avrebbe dovuto essere”. gbiagi

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