Cronaca

Primo maggio a Crema:
pace, lavoro e salari

Nonostante il cielo nuvoloso, finalmente si torna in piazza per la Festa delle lavoratrici e dei lavoratori, che Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale hanno voluto intitolare “Al lavoro per la pace”, ancor più in un contesto internazionale sempre più difficile. Per la provincia di Cremona, la manifestazione si è svolta a Crema, in piazza Marconi, dove attorno al monumento dedicato ai caduti sul lavoro, si sono radunati lavoratori, disoccupati, rappresentanti sindacali, istituzionali, dell’associazionismo e i candidati a sindaco, Fabio Bergamaschi, Simone Beretta e Paolo Losco. A scandire i diversi interventi, la Filarmonica Castiglionese.

In apertura, Giuseppe Sbarufatti della Cisl ricordando il dato relativo all’occupazione che in Italia è il più basso d’Europa, ha trattato di differenze di genere, differenze salariali, giungla contrattuale e dei troppi patti sociali, che però non vengono applicati. Si muore ancora tanto sul lavoro è stato sottolineato: in provincia di Cremona, negli ultimi 2 anni 34 morti sul lavoro e 10.396 infortuni, anche invalidanti. Per Mario Calzi, presidente provinciale Anmil, occorre dare una svolta alle politiche in materie di prevenzione, perché le criticità sono tante, a partire dalla formazione dei lavoratori per la sicurezza, vuota e inefficace. Serve per questo un nuovo impulso da dare alle politiche di prevenzione, affinché la sicurezza sul lavoro, sia veramente un’emergenza nazionale, da affrontare nella maniera adeguata. Sia il presidente della provincia Mirko Signoroni, che ha parlato anche del progetto in corso di attivazione assieme alle parti sociali, per la creazione di un osservatorio del mercato del lavoro, e sia la sindaca Stefania Bonaldi, hanno evidenziato nei loro interventi, la necessità di mettere al centro la protezione dei lavoratori, in una regione come la nostra, dove nei primi mesi di quest’anno, si registra già un aumento dei morti sul lavoro.

In rappresentanza delle tre sigle sindacali provinciali, è intervenuta Alessandra Mariotti della Uil, la quale prima ha richiamato le regioni della pace e della fratellanza tra i popoli, e poi ha puntato l’indice sui salari bassi e sulla precarietà, un mix che alimenta le difficoltà per la tenuta della coesione sociale. La sindacalista ha parlato anche delle disuguaglianze sulle quali si basa la falsa ripartenza, ed ha utilizzato l’espressione bollettino di guerra, con riferimento alle troppe morti sul lavoro. Quale sviluppo ci può essere, se è basato sulle disuguaglianze, è stata la domanda che si è posta Alessandra Mariotti, per la quale, se i soldi per aumentare la spesa militare si trovano, allora è possibile reperire ancor più facilmente le risorse per potenziare sanità, scuola, e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Ma la realtà invece è un’altra: restando in questo territorio, negli ultimi tempi il numero di ispettori sul lavoro è in continua diminuzione, anziché crescere e rappresentare un elemento concreto di investimento, verso la maggiore tutela del lavoro e dei diritti dei lavoratori.

Ilario Grazioso

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