Cronaca

Morì per colpa dell'amianto
Per il Comune condanna definitiva

La Corte di Cassazione ha emesso condanna definitiva nei confronti del Comune di Cremona in merito alla morte da amianto di cui era stato vittima il 29 maggio 2004 Ottorino Cervi, l’operaio dell’ex Centrale del latte, società partecipata chiusa alla fine degli anni Ottanta, deceduto per mesotelioma da esposizione di amianto. Dal 1947 al 1981 aveva lavorato come caldaista.

Ezio Bonanni

E’ la prima sentenza definitiva che riconosce la morte per amianto. L’amministrazione dovrà risarcire le figlie Oriana e Laura, rappresentate dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale sull’amianto. A ciascuna andrà una somma di 165.000 euro, così come era stato stabilito il 4 marzo del 2019 dal giudice di Brescia Daniela Fedele, della seconda sezione civile della Corte d’appello, in seguito al ricorso presentato dai famigliari di Cervi che al Comune avevano chiesto 900.000 euro di danni morali e biologici.

Con questa decisione, i giudici hanno condiviso la sentenza  di Brescia, ritenendo “provata l’esposizione all’amiantodi Cervi almeno due volte l’anno in occasione della sostituzione e creazione di una nuova guarnizione delle caldaie. Tanto più che vi era la prova del non uso, da parte del lavoratore, di mascherine e strumenti di protezione”.

Per la Suprema Corte il verdetto di Appello “non ha affatto raggiunto una piena certezza circa la ricorrenza del nesso di causalità ma ha desunto dalle modalità di esecuzione delle incombenze lavorative del Cervi e dalla non occasionalità dell’esposizione all’amianto che, in base al criterio del ‘più probabile che non’, anche sulla scorta delle risultanze scientifiche e delle evidenze già note al momento dei fatti, l’esposizione per un arco temporale di dieci anni, in ragione delle mansioni svolte e in assenza di strumenti di protezione individuale, avesse prodotto un effetto patogenicosull’insorgenza o sulla latenza della malattia, tale da far ritenere un nesso di causalità”.

Nel 2015 il Comune era stato assolto per “insufficienza di prove di una esposizione significativa e massiccia del signor Cervi all’amianto nel corso degli anni lavorativi”, tanto che il medico del lavoro “giungeva alla conclusione che lo stesso fosse stato esposto a inalazione certa, ma intermittente a piccole quantità di polveri e fibre di amianto”.

Sara Pizzorni

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