Cronaca

Crisi giornali e riviste, chiusa
anche l'edicola di via Trebbia

L’edicola di via Trebbia si aggiunge alle tante chiusure che hanno colpito il settore negli ultimi anni. Il cartello vendesi è inequivocabile ed è comparso oggi, con l’invito, per chi fosse interessato a subentrare, a rivolgersi all’edicola di viale Po, dove Mario, il titolare, spiega i motivi di una crisi che è generazionale, ma non solo.
“Adesso farò il nonno”, ci dice andando a ritroso negli anni, quando c’era la fila per rilevare un’edicola che chiudeva. Lui e la moglie gestiscono l’edicola di viale Po dal 1997, poi nel 2003 erano entrati anche in quella di via Trebbia. La liberalizzazione delle vendite, la concorrenza dei supermercati – due ce ne sono ai margini estremi di viale Po, e anche ci dice, il fatto che “gli editori hanno preferito investire su altri mezzi”, hanno fatto declinare gli affari e aumentare la fatica.

La giornata lavorativa per un edicolante inizia alle 5,30 e, nel caso di viale Po, si prolunga fino alle 19.30. Orario continuato naturalmente.
Qualche introito in più, a compensare il calo drastico di giornali e riviste, lo hanno dato i servizi aggiuntivi, come la vendita dei gratta e vinci, le ricariche telefoniche, dove si incassa l’1% del valore, i pagamenti delle bollette, che fruttano 1 euro e 20.

Poi in via Trebbia ha giocato negativamente la posizione, una strada trafficata con una scuola a due passi, ma con difficoltà di parcheggio. Lo stesso destino di vendita toccherà probabilmente anche all’edicola di viale Po tra un anno, così come è toccato, a fine febbraio, all’edicola dell’ospedale e a quella di piazza Risorgimento. Mai più riaperta, dopo essere stata teatro di una tragedia non intenzionale, l’edicola di via Cavalieri di Vittorio Veneto, incrocio via Ghinaglia.

E la sensazione è che non sia finita qui. gbiagi

 

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