Lesioni e sequestro: per il tassista
Carrera chiesto il rito abbreviato
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Per Giovanni Carrera, il tassista cremonese di 68 anni finito nei guai per sequestro di persona e lesioni colpose gravissime per l’incidente accaduto la notte del 25 dicembre in via Mantova a Luca Lombardo, 27 anni, rimasto ferito gravemente dopo essere caduto dal taxi in corsa, il suo difensore, l’avvocato Paolo Bregalanti, ha chiesto il rito abbreviato. Una richiesta condizionata all’ammissione di un perito cinematico come testimone. Per Carrera, che è ai domiciliari dal 16 febbraio, il pm aveva già chiesto e ottenuto il giudizio immediato con udienza fissata il 27 maggio.
A portare all’arresto del tassista era stata l’intercettazione shock di una telefonata nel corso della quale l’uomo si era detto sollevato dal fatto che la giovane vittima, viste le sue gravi condizioni, non fosse in grado di ricordare e dunque fornire la sua versione dei fatti. “Il pm”, così si era espresso il tassista al telefono, “mi ha detto che il ragazzo è a casa, ma non ci sta con la testa. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva”.
Di “futili motivi”, di “ripicca” verso “il malaugurato passeggero”, messo in una condizione di “estremo pericolo” da un tassista, “il cui servizio dovrebbe caratterizzarsi per profili di particolare pacatezza, disponibilità e addirittura ‘sicurezza’ dei trasportati”, aveva parlato il gip Pierpaolo Beluzzi nell’ordinanza di custodia cautelare, motivata “dall’attuale e concreto pericolo” di reiterazione del reato, e con “il pericolo di gravi danni all’incolumità fisica delle persone”.
L’attività di indagine degli agenti della squadra Mobile aveva permesso di ricostruire quanto successo quella notte in seguito ad un’accesa discussione avvenuta davanti all’hotel B&B di via Mantova tra Carrera, Luca e le sue due amiche che avevano chiamato il taxi dopo aver trascorso la serata al ristorante di piazza Marconi Chiave di Bacco. Una discussione avvenuta per colpa di un mancato pagamento di 10 euro che aveva portato a conseguenze gravissime per il giovane, che ora fortunatamente è a casa e sta meglio.
Da quanto emerso dagli accertamenti degli inquirenti, Carrera, dopo che le due ragazze erano scese dal taxi, per impedire al loro amico di fare altrettanto, sarebbe ripartito ad elevata velocità, imboccando alcuni tratti di via Mantova contromano, incurante di viaggiare con il portellone sinistro aperto, mettendo il giovane, seduto dietro senza la cintura allacciata, in una condizione di estremo pericolo e violando numerose norme del codice della strada.
Improvvisamente il ragazzo, che era al telefono con le amiche, preoccupate di quanto stava accadendo, spaventato, era caduto dal taxi, battendo violentemente la testa sull’asfalto. Il tassista non si era fermato subito. Aveva proseguito la marcia e solo cinque minuti dopo era tornato a soccorrere Luca, aiutato da un passante che aveva chiamato i soccorsi.
Il giovane aveva riportato un trauma cranico da cui è derivato “un periodo di malattia di durata sicuramente superiore ai 40 giorni ed in via di previsione quantificabile in almeno 6 mesi”.
Secondo quanto sostenuto da Carrera, Luca era rimasto a bordo perchè d’accordo con lui di raggiungere un bancomat per il pagamento. Al momento della partenza, il portellone scorrevole di sinistra non era stato chiuso, così il tassista si era fermato per chiuderlo. Durante la corsa, il ragazzo avrebbe detto all’autista che la tessera del bancomat ce l’aveva in albergo, e così Carrera, spazientito, gli avrebbe risposto che lo avrebbe riportato in piazza Marconi dove lo aveva prelevato. Poi il ragazzo aveva ricevuto la telefonata di una delle sue due amiche, dopodichè gli avrebbe comunicato che si sarebbe buttato dal mezzo. Quando Carrera si era girato, il giovane non c’era già più. Il taxi, sempre secondo la versione del tassista, andava molto piano.
L’autista aveva continuato a guidare per cinque minuti, certo che non fosse successo nulla, ma poi, per uno scrupolo di coscienza, aveva deciso di tornare indietro. Voleva essere certo che il ragazzo fosse riuscito a rientrare in albergo. Invece l’aveva visto a terra a pancia in giù.
Sara Pizzorni