Cronaca

Nel 2021 aumenta la contrattazione
sociale, pochi accordi a Cremona

Nel 2021, 342 accordi per comprensorio (dato in crescita rispetto ai 235 registrati nel 2020), 2.996 il numero di materie/aree tematiche trattate con il comprensorio di Brescia in testa rispetto alle altre province lombarde. Sono alcuni dei dati che emergono dal “Rapporto sui processi di contrattazione sociale in Lombardia” curato da SPI CGIL Lombardia e Associazione Ires. Lo studio mette in luce l’evoluzione della domanda sociale in una regione, la Lombardia, che vede una presenza di quasi 10 milioni di abitanti e un’evoluzione qualitativa della struttura anagrafica della popolazione che vede la crescita delle corti più anziane e un aumento dell’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti (11,9% nel 2021).

“È bene ricordare come la longevità, nel territorio lombardo, non sia associata a condizioni diffuse di buona salute tenuto conto che il dato di incidenza delle malattie croniche si presenta in peggioramento rispetto all’orizzonte temporale 2010/2020 (+3,1% dei malati cronici con una o due malattie)”, si legge in una nota del sindcato. Lo studio SPI CGIL Lombardia e Associazione Ires ha messo in luce “in primis i principali rischi sociali e i diritti a essi collegati quali per esempio l’emergenza dell’isolamento relazionale, il problema dei trasporti pubblici locali in quanto il “trasporto sociale” non risulta sufficiente”. Si aggiunge “la continuità assistenziale a rischio con tempi di attesa troppo lunghi in ambito sanitario e una presa in carico molto ridotta da parte delle Adi senza dimenticare l’orientamento ai servizi di comunicazione – informazione ove emerge il tema del digital divide e gli anziani”. Ulteriori rischi sociali vengono da “politiche abitative molto limitate e non orientate all’innovazione sociale e l’identità delle periferie con contestuale carenza di vere politiche aggregative”.

Nel 2020 la negoziazione in Lombardia ha visto una contrazione degli accordi per comprensorio dovuta all’emergenza COVID-19 con un totale di 235 tra accordi, protocolli d’intesa e verbali. Nel 2021 gli accordi per comprensorio sono saliti a 342 con la provincia di Brescia al primo posto (110 accordi) seguita – al secondo posto – da Mantova (45), Pavia e Milano (35), Lecco (33) e Lodi (31) e Cremona (23).

Le 2.996 aree tematiche oggetto di negoziazione per comprensorio nel 2021 hanno riguardato contributi e agevolazioni (345 aree), Covid-19 (138), diritti e informazione (12), fiscalità locale (428), misure anti-crisi (115), programmazione (376), relazioni (458), assistenza territoriale (529), servizi domiciliari (265), servizi residenziali (147), servizi ricreativi (102), sicurezza (26), tariffe (55).

Dallo studio emerge come anche per quanto riguarda le aree tematiche il comprensorio di Brescia sia in testa con il valore più alto (832 pari a 7,6 materie per documento di negoziazione). Al contempo sono Lodi (13,8), Mantova (13,3), Pavia (11,9) i comprensori con il numero più alto di tematiche trattate per documento. Nel periodo emergenziale l’attenzione principale è stata dedicata alla situazione nelle RSA (41 documenti), al sostegno economico specie per l’affitto (113 accordi) senza dimenticare il sostegno al reddito (66), la povertà estrema (72) e il sostegno occupazionale (70). Molto interessante il focus sugli interventi innovativi e di contrasto all’esclusione sociale quali housing sociale (91 accordi), servizi di presa in carico dei soggetti fragili (57), servizi sociali integrativi per l’infanzia e il diritto allo studio (216), inclusione sociale e disagio giovanile (19), tutti pienamente rispondenti agli obiettivi PNRR.

Uno studio attento dei diversi accordi fa emergere come per “le amministrazioni locali gli incontri siano utili per condividere con le parti sociali considerazioni e principi generali in materia di welfare e progressività fiscale e tariffari”a. Questi incontri inoltre “contribuiscono a rendere più consapevoli gli amministratori locali circa le emergenze sociali che interessano i loro territori”. “Ne viene – spiega lo SPI CGIL – che alcuni accordi sono finalizzati al raggiungimento di un’intesa progettuale finalizzata ad assumere decisioni operative e costituiscono il punto di approdo di una concertazione avvenuta in occasione di incontri precedenti. Non è inoltre da dimenticare come nel 2021 sia stato sottoscritto un importante accordo a livello regionale con ANCI Lombardia che fa seguito alle intese del 2016 e 2019 avente un obiettivo di agenda al 2030. Tra i punti di miglioramento SPI CGIL Lombardia pone la difficoltà di radicamento della negoziazione in alcuni comprensori, la scarsa dimensione finanziaria di molti interventi, l’insufficiente formalizzazione delle procedure e la carenza di progettualità”.

“L’analisi dei risultati – dichiara Sergio Pomari, responsabile per la segreteria SPI CGIL Lombardia della negoziazione sociale – consegna la necessità di intervenire in maniera più diffusa nei territori a fronte di un considerevole aumento delle situazioni di fragilità emerse a seguito della pandemia. Lo SPI CGIL è consapevole delle nuove sfide che lo attendono per rendere le nostre comunità più inclusive, più partecipate e più solidali”.

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