Piano industriale A2A: a san Rocco
biometano e coltivazione alghe
Il primo maxi progetto cremonese per l’economia circolare sorgerà a San Rocco, nelle aree adiacenti alla vecchia discarica e al termocombustore: un’area di rigenerazione territoriale su cui A2A – Lgh realizzerà uno dei progetti più importanti del Piano Cremona 20/30.
Un vero e proprio parco dell’economia circolare nel quale saranno realizzati più impianti, a partire da quello che utilizzerà scarti e sottoprodotti agricoli, zootecnici o agroalimentari, “generando – spiegano da A2A – 4,5 milioni di m3 di biometano e prodotti utili all’agricoltura e contemporaneamente alimenterà una coltivazione di alghe in serre, per creare, in loco, fertilizzanti. Un ulteriore impianto, alimentato dai processi sopra descritti, produrrà in loco altro fertilizzante sempre da fonti non fossili. Sugli impianti saranno installati pannelli fotovoltaici, per l’autonomia energetica e la messa in rete di altra energia pulita”.
Di questo ha parlato ieri – senza esplicitare il sito – il manager di A2A Claudio Sanna, presidente del Comitato di Territorio di Cremona di A2A, invitato a illustrate il piano industriale della Spa per Cremona ai capigruppo consigliari.
Di un parco per l’energia circolare si era parlato già un anno fa (leggi qui: Riqualificazione naturalistica oltre che tecnologica: individuato il ‘Parco dell’energia circolare’)
con l’individuazione da parte del Comune dei nuovi ambiti di rigenerazione urbana, inseriti nel Pgt e rivisti in base all’ultima legge regionale. Oltre a quelli già noti, perlopiù aree dismesse, era stato inserito come ambito di “rigenerazione territoriale” anche l’ampio contesto che si trova alla periferia sud est del capoluogo, uno spazio vastissimo a cavallo del Morbasco e che comprende la zona del depuratore di Padania Acque e poi tutti gli impianti di Lgh, ora A2A: termovalorizzatore, centrale a biomasse, ex discarica di San Rocco, dismessa da anni e ancora in attesa di una sistemazione naturalistica definitiva.
Proprio per le caratteristiche naturalistiche, oltre che di contesto energetico, l’intervento di realizzazione dei nuovi impianti dovrà andare di pari passo con importanti interventi sul verde e sull’ambiente.
Complessivamente il piano di investimenti previsto da A2A sul territorio cremonese ammonta a 330 milioni di euro entro il 2030, cifra superiore al piano precedente.
L’AUDIZIONE DI A2A IN COMUNE – “In un periodo in cui è evidente l’esigenza assoluta di produrre energia in loco e rompere la dipendenza dell’estero, A2A investe in energia pulita e in particolare nelle bioenergie”, è stato comunicato dal Comune a margine dell’audizione di Sanna di ieri.
“Il biometano è un’energia rinnovabile, che nasce dal recupero, in una logica di economia circolare, di scarti e sottoprodotti agricoli e delle produzioni locali. Produrlo significa non bruciare metano fossile, emettere meno CO2, aiutare il territorio a rendersi maggiormente indipendente da un punto di vista energetico.
A2A prevede anche investimenti in fotovoltaico e, in attesa di normative nazionali definitive, si prepara a sostenere le comunità energetiche, in particolare per produrre energia da pannelli fotovoltaici e migliorare l’ambiente. E poiché il tema del riscaldamento ha impatti ambientali forti (caldaie e stufe possono produrre particolato), anche gli investimenti sul teleriscaldamento sono importanti, per il miglioramento e l’ampliamento della rete.
Si è parlato poi di “rafforzamento della rete elettrica, che porterà a un aumento della capacità di assorbire potenze medie elevate, e consente di sostenere una mobilità elettrica meno inquinante, sviluppare tipologie di riscaldamento più efficienti e aiutare l’incremento del fotovoltaico, tutte azioni a favore dell’ambiente e contro l’inquinamento.
“Altri investimenti a favore dell’ambiente sono quelli sull’igiene pubblica e la raccolta rifiuti, soprattutto in termini di nuovi mezzi e attrezzature.
“Anche sul progetto Cremona 20/30, parte del piano industriale, c’è un aumento dei milioni investiti, (105 milioni sui progetti non sperimentali). Dei 9 progetti previsti nella parte non sperimentale, 5 sono attuati o in stato di attuazione, in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale.
Complessivamente, considerando tutti gli impianti su cui A2A ha investito o investirà, il totale di biometano prodotto sul territorio cremonese sarà di circa 20 milioni di metri cubi all’anno. “Questa quantità, prodotta in loco e rinnovabile, equivale a tutto il metano fossile oggi bruciato per il teleriscaldamento di Cremona. Così Cremona diventa un centro di competenza nazionale per la valorizzazione e produzione della molecola green del biometano”.
Tutti gli investimenti descritti sono pensati con un’attenzione al verde, alle piante, alla biodiversità, al paesaggio naturale, in un bilancio ambientale innovativo e positivo, con alta riduzione di emissioni di CO2 e CH4.
Per realizzare questi progetti A2A coltiva interazioni molto forti con le Università, in particolare con il Politecnico e la Cattolica, consolidando così il progetto perseguito da tempo a Cremona di un’interazione tra imprese e enti di ricerca. Questa interazione si estende anche a altri Istituti di grande valore come lo Spallanzani.
Vengono così raggiunti gli obiettivi di diminuire le emissioni inquinanti e migliorare l’ambiente; generare più energia pulita e in maggior autonomia; avere sul territorio, diminuendo la dipendenza dall’estero, prodotti utili all’agricoltura in modo circolare e pulito; usare scarti e sottoprodotti invece che pagare per smaltirli. A favore di cittadini, imprese, aziende agricole e zootecniche. Sono ancora più unite la ricerca e le imprese e Cremona in molti ambiti innovativi diventa riferimento nazionale e internazionale”.
“Ambiente sano, un’economia circolare applicata, un’energia pulita e per creare occupazione, lavoro, ricerca e innovazione. Il sistema Cremona continua a crescere”, è la conclusione del programma presentato da A2A. gbiagi